SPOT E MANIFESTI DEGLI STUDENTI CONTRO GLI STEREOTIPI DI GENERE, A CASTELLAMMARE PARTE IL CAMPUS DI ARCIDONNA |
La creatività dei giovani siciliani al servizio delle pari opportunità e della lotta agli stereotipi di genere. Si svolgerà a partire da domani fino al 30 giugno a Castellammare del Golfo (Tp) il campus estivo rivolto alle studentesse e agli studenti delle scuole superiori siciliane che hanno partecipato al progetto "Laboratorio di pari opportunità: pratiche per il superamento degli stereotipi", promosso da Arcidonna nell'ambito del programma europeo Equal (II fase). Nel corso del campus gli studenti realizzeranno una campagna pubblicitaria contro gli stereotipi di genere: si tratterà di una campagna integrata, con spot video per tv e internet, manifesti, brochure e flyer. La fase della realizzazione della campagna sarà anticipata da una full immersion di studio in cui gli studenti impareranno le principali tecniche grafiche, di ripresa e montaggio video, di regia e di recitazione. Le lezioni saranno tenute dalla ZeroEuro Production, dall'architetto Rosanna Fasulo, da Emiliano Ferrara e dall'attore Antonino Ceravino. «Il campus - spiega Maria Tesè, responsabile Scuola di Arcidonna - rappresenta la fase conclusiva di un'azione di sensibilizzazione e orientamento di genere condotta da febbraio a maggio in diverse scuole siciliane, da Palermo ad Agrigento, da Trapani a Catania, da Messina a Enna. Un progetto che ha coinvolto 2.500 studenti, tra i quali, dopo un'accurata selezione, sono stati scelti i le 15 ragazze e i 13 ragazzi che parteciperanno al campus». Il campus si svolgerà all'hotel Punta Nord Est di Castellammare del Golfo, dove per due settimane sarà allestita la mostra "Non pensare a sesso unico" realizzata per Arcidonna da due fotografi professionisti, Maj-Britt Idstrom e Michele Silvestro. «L'obiettivo del progetto - spiega Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna - è di combattere la trasmissione culturale di stereotipi di genere e di razza e, contestualmente, contrastare i meccanismi che determinano una divisione sessista e razzista dei percorsi formativi e professionali a partire proprio dai luoghi dove tali stereotipi nascono e si consolidano, scuola, famiglie e media in primo luogo».
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