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Arcidonna: ulteriore conferma dell'inesistenza di una politica per le donne

17 marzo 2005 - Arcidonna esprime forte rammarico per la bocciatura da parte del Consiglio Superiore della Magistratura del progetto per le Pari Opportunità che avrebbe dovuto approfondire il tema della "conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa" delle donne magistrato.

Valeria Ajovalasit, Presidente di Arcidonna, ha dichiarato che: “la bocciatura del progetto del CSM, che intendeva studiare da vicino i diversi percorsi professionali che rallentano le carriere delle donne magistrato, conferma la tendenza a dare sempre meno attenzione al tema della presenza/assenza delle donne nei centri decisionali della politica e del lavoro e, soprattutto, evidenzia la totale immobilità del Dipartimento delle Pari Opportunità che a parole afferma quale suo obiettivo fondamentale quello di accrescere la partecipazione femminile nella politica e nel lavoro, ma, nei fatti, risulta essere completamente latitante”.

Arcidonna rileva che quello che è accaduto al CSM aggrava ancora di più la situazione di stallo dell’Italia. Anche per la donna magistrato conciliare gli impegni di lavoro e la vita familiare resta un problema, così come restano ancora i problemi di discriminazione delle donne in altri ambiti lavorativi e della vita sociale. Ma, forse, il problema più urgente è quello della mancanza di una politica per le donne e di un Dipartimento per le Pari opportunità che ne detti le linee guida.

“A pochi giorni dalla conclusione della V Conferenza Mondiale dell’ONU sulle Donne” ha affermato Valeria Ajovalasit “nella quale l’Italia è stata criticata ufficialmente dal Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione contro le Donne, soprattutto in relazione alle politiche e agli interventi messi in atto per riequilibrare la rappresentanza ai vertici delle istituzione dello Stato, quello che ci si aspettava era un primo segnale di attenzione forte sul ruolo e i diritti delle donne. Purtroppo cose come queste continuano ad accadere fin tanto che in Italia non si sarà affermata una politica di interventi seri tesi all’accrescimento del potere delle donne nei centri decisionali ed economici del Paese”.

 


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