Scadono oggi i trenta giorni di tempo che Arcidonna ha dato alla Regione Sicilia per ammettere a finanziamento il Progetto Equal presentato dall'associazione. Il ricorso è vinto, adesso chi pagherà? Oggi sul quotidiano La Stampa un'intervista di Francesco La Licata a Valeria Ajovalasit sugli imbrogli dei fondi UE, il ricorso al TAR, la vittoria dell'associazione.
Sicilia, il maledetto imbroglio dei fondi UE
Non è un momento felice, quello che attraversa la
Regione Sicilia assediata ormai da mille problemi, per lo più
legati alla situazione economica certamente non florida ma aggravata da incidenti
di percorso che non erano preventivati. Da giorni tiene banco la discussione
sulla rinascita del vecchio "scandalo" delle baby pensioni e del conseguente
accumulo di tfr che, se dovessero essere pagati subito, esporrebero le casse
del governo regionale a un salasso di più di 300 milioni di euro. Ma
ora un'altra tegola sembra abbattersi sull'Assessorato
al Lavoro: un ricorso al tar vinto da Arcidonna
impone all'ufficio regionale di "rifare" la graduatoria di un concorso
per finanziamenti europei riservato a società che si occupano di formazione.
C'è però un piccolo particolare che renderebbe
problematica l'attuazione della sentenza del tribunale amministrativo: nelle
more dell'attesa della decisione dei progetti sono andati avanti secondo i criteri
stabiliti dall'Assessorato e sembra sia stata addirittura erogata una buona
parte dei finanziamenti previsti dal concorso (forse 1 milione e 200mila euro
su un totale di tre milioni). Questi soldi, dunque, sarebbero andati a tre associazioni
che oggi, secondo quanto deciso dalla sentenza del tar, dovrebbero addirittura
escluse dal concorso per "inammissibilità" dovuta a "carenza
di documentazione".
Cosa potrebbe, dunque, accadere? Che l'Assessorato
sia costretto a rifare la graduatoria e a riconoscere nelle prime tre posizioni
tre società (tra cui la ricorrente Arcidonna)
diverse da quelle che hanno già ricevuto parte dei finanziamenti e, di
conseguenza, affrontato spese per la realizzazione dei progetti. Un
danno economico non indifferente, anche per i contribuenti siciliani.
"Non è la prima volta - commenta
Valeria Ajovalasit - presidente nazionale Arcidonna
e rappresentante dell'associazione nell'azione di ricorso al tar - che
la regione sicilia va incontro a qualche insuccesso nella gestione dei fondi
europei, specialmente quelli destinati alla formazione".
"Basterebbe dire - prosegue la Ajovalasit - com'è finita con i fondi
della passata programmazione, i cosiddetti pop 94/99. La Regione si è
trovata "multata" dalla commissione europea che ha chiesto il recupero
di ben 75 milioni di euro, somme contestate al governo siciliano per una gestione
che evidentemente non è stata giudicata corretta. Una cifra notevole,
pagata tra maggio e agosto, con fondi presi dal bilancio del 2006".
Risale al 2004, la storia della graduatoria poi sconfessatta, quest'anno, dal
Tar.
Il ricorso riguardava i progetti "Equal" di iniziativa comunitaria
che, dice Valeria Ajovalasit, "andavano benissimo quando erano gestiti
dall'unione europea, molto meno da quando la gestione è passata alle
regioni". Secondo il comitato di valutazione (un organismo scelto dall'assessore),
i primi tre posti della graduatoria (e cioè vincitori e quindi aventi
diritto al finanziamento) andarono a tre progetti presentati dalla mcg, ires
e tqm. L'arcidonna - quinta in graduatoria, rimaneva esclusa. Da qui la decisione
del ricorso al tar, "dopo una battaglia per ottenere l'accesso alla documentazione
- spiega Ajovalasit - che l'assessorato aveva in un primo tempo negato".
Era il novembre del 2004 e rimaneva inascoltata l'opposizione di arcidonna che
invitava l'assessorato al lavoro a non andare oltre perchè quella graduatoria
stava sotto contestazione. Sono passati quasi due anni, la sentenza di tribunale
amministrativo è arrivata il 7 aprile del 2006 e da ragione all'arcidonna,
imponendo alla regione di rifare la graduatoria tenendo conto della esclusione
formale delle tre designate dal comitato di valutazione. Nello stesso tempo
il consiglio di giustizia amministrativa respingeva le istanze di due società
vincitrici, che chiedevano la sospensione della esecutività della sentenza
del tar, divenuta perciò esecutiva. Sono passate altre settimane ma l'assessorato
non si è mosso. Il dirigente generale asserisce di sapere poco di questa
vicenda "affidata agli avvocati della regione". Il risultato è
che l'Arcidonna è passata alla fase
più "dura", notificando all'Assessorato un "atto
di diffida e messa in mora" e dando trenta giorni di tempo per "escludere
dalla graduatoria" le tre società ed "ammettere di conseguenza
al finanziamento il progetto dell'associazione arcidonna". I trenta giorni
scadono oggi.
Francesco La Licata - La Stampa, 3 novembre
2006
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