Donne per la Turchia nell'Ue |
Il Paese, che ambisce a entrare nella Comunità europea, deve ancora risolvere gravi contraddizioni prima di potersi considerare a tutti gli effetti uno stato democratico. Prima fra tutte, quella che riguarda proprio i diritti delle donne.
L’Europa dice sì all’avvio dei negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione, ma a condizioni molto restrittive. Il 4 ottobre circolavano già le bozze del “Rapporto sullo stato delle riforme in Turchia”, il documento che il Commissario dell’allargamento ha presentato il 6 ottobre alla Commissione dell’Ue. Con una formula sperimentata per la prima volta, infatti, i negoziati potranno essere sospesi in ogni momento non appena verrà a mancare il rispetto di uno dei criteri di Copenaghen (diritti umani, libertà civili e delle donne, tutele delle minoranze, stato di diritto etc.). Il tutto per una adesione che non potrà avvenire prima del 2015 e con la data di inizio dei negoziati ancora da fissare. Nel frattempo, acquista sempre più eco il comitato “Iniziativa
delle donne per la Turchia nell’Ue”, fondato da Arzuhan Dogan
Yalcindag, donna a capo del più importante gruppo editoriale della Turchia.
Arzuhan ha riunito dieci delle migliori rappresentanti donne della società
turca e dichiara: Il comitato “Iniziativa delle donne per la Turchia nell’Ue”
ha inviato una lettera a tutte le ambasciate dei paesi europei che si trovano
ad Ankara e a tutte le amabasciate turche nei paesi dell’Uunione. Si è
dato l’obiettivo di organizzare a Bruxelles per metà ottobre un
forum con le donne europee che desiderano confrontarsi con loro. Chiederanno
a tutte una firma per ottenere la data d’inizio dei negoziati. Vai alla sezione "Donne e Islam" 7 ottobre 2004
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