Osservatorio di genere


Donne per la Turchia nell'Ue Stampa E-mail
Il Paese, che ambisce a entrare nella Comunità europea, deve ancora risolvere gravi contraddizioni prima di potersi considerare a tutti gli effetti uno stato democratico. Prima fra tutte, quella che riguarda proprio i diritti delle donne.

L’Europa dice sì all’avvio dei negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione, ma a condizioni molto restrittive. Il 4 ottobre circolavano già le bozze del “Rapporto sullo stato delle riforme in Turchia”, il documento che il Commissario dell’allargamento ha presentato il 6 ottobre alla Commissione dell’Ue. Con una formula sperimentata per la prima volta, infatti, i negoziati potranno essere sospesi in ogni momento non appena verrà a mancare il rispetto di uno dei criteri di Copenaghen (diritti umani, libertà civili e delle donne, tutele delle minoranze, stato di diritto etc.). Il tutto per una adesione che non potrà avvenire prima del 2015 e con la data di inizio dei negoziati ancora da fissare.

Nel frattempo, acquista sempre più eco il comitato “Iniziativa delle donne per la Turchia nell’Ue”, fondato da Arzuhan Dogan Yalcindag, donna a capo del più importante gruppo editoriale della Turchia. Arzuhan ha riunito dieci delle migliori rappresentanti donne della società turca e dichiara:
“Vogliamo cambiare, agli occhi degli europei, l’immagine del nostro paese, legata a troppi stereotipi. Quanti sanno, per esempio, che le donne turche sono, da decenni, le più convinte europeiste? Non si tratta solo di un progetto politico ma di un profondo desiderio che affiora dalla società civile. Ritengo che questo processo trasformerà il nostro paese in un bene politico, economico e culturale per l’Europa del futuro. […] Abbiamo il pieno sostegno di 350 organizzazioni non governative femminili di Istanbul, Ankara, dell’Anatolia, del sud-est. Quanti sanno che in Turchia quasi il 50% dell’intero corpo accademico è composto da donne?”.
Sarà certamente vero (a proposito, in Italia le donne sono soltanto rappresentano soltanto il 30% dei docenti universitari) ma, giusto per fare soltanto due esempi, i diritti dei Curdi e le violenze diffuse sulle donne sono problemi sui quali l’Europa democratica non può e non deve fare alcuno sconto.

Il comitato “Iniziativa delle donne per la Turchia nell’Ue” ha inviato una lettera a tutte le ambasciate dei paesi europei che si trovano ad Ankara e a tutte le amabasciate turche nei paesi dell’Uunione. Si è dato l’obiettivo di organizzare a Bruxelles per metà ottobre un forum con le donne europee che desiderano confrontarsi con loro. Chiederanno a tutte una firma per ottenere la data d’inizio dei negoziati.
Consapevoli delle oggettive difficoltà, sanno benissimo che il negoziato sarà molto lungo, ma fanno sapere: “Siamo realiste. Sappiamo aspettare e vogliamo crescere”.
Arcidonna chiederà alle europarlamentari italiane di partecipare al forum.

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7 ottobre 2004

 

 
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