Il "pastore tedesco" a guardia della politica italiana |
L'inconcepile uscita dell'Osservatore Romano a proposito della civilissima e moderata presa di posizione di Prodi a favore del riconoscimento delle unioni di fatto ci riporta all'Italietta in cui la politica si faceva in parrocchia, con la benedizione del papa.
Che il terzo millennio avesse esordito come nuova era delle crociate lo avevamo
visto dopo l’undici settembre e, in un contesto più ristretto,
con il referendum sulla procreazione assistita. Ma che papa Ratzinger (il “pastore
tedesco”, come felicemente titolò Il Manifesto
il giorno dopo la sua elezione) volesse mettersi a guardia della politica italiana,
intervenendo pesantemente per un ritorno all’Italietta clericale degli
anni Cinquanta, ancora non lo avevamo verificato. Lo sappiamo adesso, dopo l’inconcepile
uscita dell’Osservatore Romano a proposito della civilissima
e moderata presa di posizione di Prodi a favore del riconoscimento delle unioni
di fatto (che non sono solo quelle omosessuali, ma tutte quelle fuori dal matrimonio):
non una “lacerazione della famiglia”, ma il riconoscimento di diritti
elementari a coloro che scelgono di condividere la propria esistenza non desiderando
o non essendo in condizione di farsi benedire dalla Chiesa. Non un ammiccamento
alla “lussuria”, che possa disturbare le caste famiglie italiane,
ma la possibilità per chi in qualche forma si
voglia bene di condividere beni e garantirsi mutua assistenza. Non un
turbamento dell’ordine, ma il riconoscimento della realtà di un
paese che vede tragedie spaventose all’interno di famiglie che sembrano
da Mulino Bianco (sempre più si allunga l’elenco di figli e nipoti
che massacrano genitori, nonni e zii e di madri e padri che compiono atti di
selvaggia violenza sui figli) e vede dall’altro lato nuove solidarietà
che nascono e la diffusa opinione – verificata anche da una ricerca di
Arcidonna – che sia del tutto legittimo condividere gioie e dolori dell’esistenza
anche al di fuori del matrimonio cattolico (il 70% degli intervistati e l’80%
dei più giovani considera le coppie di fatto “regolari” allo
stesso modo delle famiglie tradizionali). 13 settembre 2005
|