Il top management? Faccenda da uomini |
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La Fondazione Bellisario commissiona una indagine fra trecento "uomini di potere" sui
perché della scarsa presenza di donne nel top management
Sono trecento, sono uomini al massimo livello nelle loro aziende, nei partiti,
nelle istituzioni e sono stati intervisti dall’Istituto
“Barometro” per conto della Fondazione Bellisario.
Le loro risposte non ci sorprendono, né hanno sorpreso le committenti:
sono una conferma dei pregiudizi e degli stereotipi
che ancora oggi bloccano alle donne ogni possibilità di una carriera
“paritaria”. Alla domanda “Pensi alla sua posizione
professionale. A suo parere perché non c’è una donna al
suo posto?” il 15% degli intervistati ha dichiarato con convinzione “Perché
non è un mestiere da donna”. Non sono tanti quarantacinque
top managers su trecento, ma da persone di quel livello ci si dovrebbe aspettare
una diversa e meno rozza valutazione del problema, ma... tant’è.
Il 35% di loro, alla domanda “Perché le donne in Italia non raggiungono
posizioni di leadership?” risponde che la causa principale sta nella difficoltà
di mantenere il doppio ruolo fra casa e lavoro, mentre il 31% accusa i pregiudizi
e le resistenze culturali da parte dei maschi e il 12%
dichiara “candidamente” che gli uomini non vogliono cedere il potere.
Come se questi problemi non nascessero proprio da loro! Però, quando
si sentono chiedere in che misura si impegnerebbero a sostenere una donna nella
carriera, ben il 90% (NOVANTA PER CENTO!!!) risponde molto
o abbastanza. Peccato che siano solo parole.
Lella Golfo, Presidente dell’Associazione Bellisario, intervistata dal
Corriere della Sera, ha dichiarato, visti i risultati dell’indagine, di
aver cambiato idea sulle quote rosa in Parlamento: “A questo punto è
l’unica cosa che ci può aiutare”.
(dati tratti dal Corriere della Sera del 16 novembre 2004)
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