"insisteremo sulle pari opportunità e sui benefici per l'Europa di una società fondata sulla diversità" ha dichiarato Vladimìr Spidla, Commissario europeo per occupazione, affari sociali e pari opportunità. Tra i dati, il 53% degli italiani ritiene che non si faccia abbastanza contro le discriminazioni, soprattutto i più giovani e chi ha amici disabili o con diversa origine etnica.
"I cittadini hanno il diritto
di godere di un uguale trattamento e di vivere una vita libera da qualsiasi
discriminazione - ha dichiarato Vladimìr
Spidla, Commissario europeo per occupazione, affari sociali e pari opportunità,
annunciando - per un anno intero, insisteremo sulle
pari opportunità e sui benefici per l'Europa di una società fondata
sulla diversità".
Eurobarometro, per l’occasione, ha
diffuso i dati relativi ad una indagine condotta su 24.796 persone a livello
comunitario (di cui 1.019 italiani/e) sulla percezione
in merito ai fenomeni di discriminazione ed alle azioni di contrasto possibili.
Tra i dati leggiamo che in Italia il 48% (contro il 62% del dato europeo) degli
intervistati ha un/a amico/a i conoscente disabile o di religione differente
(48% contro il 62% europeo) o di differente origine etnica (47% contro il 55%
della UE). Meno conosciuti/frequentati sono omossessuali (28% contro il 35%
europeo) e Rom (7% contro il 12% europeo).
Gli italiani ritengono che le discriminazioni, in particolare quelle in base
all’origine etnica (78% gli uomini, 75% le donne) o all’orientamento
sessuale (73% per entrambi) siano molto diffuse, seguite da quelle verso i disabili
(68% per entrambi), in base alla religione/credo (64% per le donne, 59% per
gli uomini), al genere (57% per le donne, 55% per gli uomini) e all’età
(50% per gli uomini, 47% per le donne).
Rispetto a 5 anni fa, e in misura maggiore di quanto non lo siano gli europei
in generale, sono convinti che si siano maggiormente diffuse le discriminazioni:
da un incremento del 38% per quelle basate sull’età al 57% per
quelle basate sull’origine etnica. Forse un maggior numero di donne (71%
per gli italiani, 77% per gli europei) nel management, potrebbe rappresentare
un mezzo per contrastare tali fenomeni. La Scuola e
l’Università, i media, i Governi nazionali, le aziende e i genitori
possono giocare un ruolo importante nella lotta alla discriminazione.
Il 33% degli italiani (37% gli uomini , 29% le donne) sa quali sono i propri
diritti nel caso si trovasse in condizione esserne vittima. Preoccupa ancor
di più il 45% (45% degli uomini e il 46% delle donne) di chi non conosce
tali diritti. Il 53% (54% degli uomini, 52% delle donne) ritiene che non si
faccia abbastanza contro le discriminazioni, soprattutto i più giovani
e chi ha amici disabili o con diversa origine etnica.
Sono dati interessanti, fonte di riflessione. Innanzitutto in merito alla percezione
diffusa che i fenomeni discriminatori siano tra noi e che vadano nel tempo peggiorando.
Senza scordare la necessità di ampliare il livello di conoscenza in merito
ai diritti garantiti dalla normativa vigente e alle istituzioni preposte alla
loro tutela ed a sostegno di cittadine e cittadini.
(22 marzo 2007)
28 marzo 2007
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