LEGGE 194, NUOVI ATTACCHI |
Un progetto nella regione Veneto e la protesta dei medici della regione Lazio sono gli ennesimi tentativi di una lunga serie di attacchi e denunce di mal applicazione della legge 194 che le donne, tutte, continuano a difendere.
In Veneto Le deputate e i deputati del Parlamento europeo della delegazione italiana nel gruppo PSE sostengono le iniziative di protesta che cercano di fermare il percorso dell'inacettabile progetto di legge n. 3 della Regione Veneto finalizzato a "regolamentare le iniziative mirate all'informazione sulle possibili alternative all'aborto". In tre brevi articoli si consuma un vero e proprio attacco all'autodeterminazione della donna ed anche un oltraggio alla sua intelligenza e capacità di scelta. Ai movimenti e associazioni per la vita verrebbe concessa la presenza/ingerenza nei consultori familiari, nei reparti e nelle sale d'aspetto degli ospedali. Condividiamo la denuncia del tentativo di intimidire ideologicamente le donne in un momento così delicato ed intimo della loro vita direttamente all'interno delle strutture sanitarie. Riteniamo che anche questo sia uno dei modi per portare un attacco alla legge nazionale n. 194 da parte di un Consiglio regionale. Donata Gottardi, Marta Vincenzi, Pasqualina Napoletano, Pia Locatelli, Lilli Gruber, Nicola Zingaretti, Guido Sacconi, Enzo Lavarra, Antonio Panzeri, Giovanni Berlinguer, Mauro Zani, Gianni Pittella, Claudio Fava, Achille Occhetto, Giulietto Chiesa. e nel Lazio nelle ultime settimane un gruppo di medici e operatori sanitari di vari ospedali romani ha messo in atto una azione dimostrativa per la mancata o cattiva applicazione della legge 194 nelle proprie strutture, denunciando liste di attesa, carenza di aggiornamento e attività di ricerca, mancanza di incentivi, la mancata introduzione dell'aborto farmacologico, e così via. Lo scorso 9 giugno questo gruppo di persone, per portare alle estreme conseguenze la propria protesta, ha consegnato provocatoriamente la propria richiesta di obiezione di coscienza. Visto che il tempo per rendere operativa questa decisione è di 30 giorni, alla fine di questa settimana, di fatto, i medici in questione, qualificati professionisti che praticano le interruzioni di gravidanza in numerosi presidi di eccellenza della nostra città, diventeranno ufficialmente obiettori e quindi rischia di venir paralizzata la già scarsa applicazione della legge194. L'assessore Gramaglia ha scritto una lettera all'assessore regionale Augusto Battaglia per sollecitare un suo intervento.
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