La politica italiana messa sottosopra dal referendum sulla fecondazione |
Arcidonna invita al voto e propone quattro sì secchi. Il mondo politico è diviso fra sì e no, fra votare o non votare. Non in base alla distinzione fra partiti di governo, che hanno approvato la legge, e partiti di opposizione: le spaccature sono trasversali e vedono le donne schierate in massa per il sì, indipendentemente dal partito di appartenenza, e i cattolici dei due Poli che tentennano fra uno o più no, o che addirittura spingono all'astensionismo.
I partiti si spaccano, si creano strani movimenti, strane alleanze. Questa sembra essere l’ultima moda della politica italiana, messa alla prova da alcuni eventi politici, fra cui il referendum sulla fecondazione assistita. Clamorosa la decisione di Gianfranco Fini che, pur facendo parte di quella maggioranza che ha proposto la legge, voterà tre sì e un no, nutrendo delle riserve sul quesito che riguarda la fecondazione eterologa, questione che comunque ha causato spaccature anche all’interno della Quercia. Le donne sembrano avere temporaneamente dimenticato il proprio colore politico e votano praticamente in massa per il sì. Dal centrodestra infatti è partita l’iniziativa della formazione del comitato “Donne per il sì” alla quale hanno subito aderito la Boniver, che trova la legge tanto oscurantista da definirla “norme con il burqa”, Stefania Prestigiacomo, Emma Bonino, Stefania Craxi e tante altere donne. Silvio Berlusconi sembra non aver ancora deciso, e non si sa mai lo farà, dopo aver affermato “non voglio entrare in questa cosa”. Alcuni, non pochi, spingono all’astensionismo: primi fra tutti i cattolici, che vedono nell’astensione al voto un mezzo per «combattere questa dilagante dittatura del relativismo, la torbida strumentalizzazione di chi, per fini equivoci, invita ad aderire al referendum facendo credere di voler promuovere la ricerca scientifica». Dissenziente in vista: Pierre Carniti, cattolico e militante, nonché ex-leader della Cisl, andrà a votare e voterà tre sì e un no (sempre sul quesito che riguarda l’eterologa). Si astiene anche il Carroccio, per una questione di coerenza, si dice, trattandosi di una legge che loro stessi hanno votato. È nato perfino il raggruppamento “Non votare!”, la cui posizione è più che esplicita, di formazione trasversale: Cdl, Udeur e Margherita. Ciliegina sulla torta, ci ha pensato la copertina di Diario della scorsa settimana a dividere ulteriormente il mondo politico: l’icona della Madonna veniva accompagnata dalla scritta «Fecondazione eterologa? Maria disse sì». E qui alcuni, da cattolici, si sono sentiti offesi ritenendo la copertina del periodico blasfema, altri l’hanno considerata una provocazione geniale, e qualcuno si è fermato a pensare: effettivamente il concepimento di Gesù non potrebbe essere considerato come il primo episodio di fecondazione eterologa della storia? Vai alla sezione "Donne e fecondazione assistita" 16 maggio 2005
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