Cile, Michelle Bachelet, Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, Finlandia Tarja Halonen, Irlanda, Mary McAleese, Lettonia, Vaira Vike-Freiberga, Filippine, Gloria Arroyo. E in Italia?
Ecco chi sono le donne capi di stato
nel mondo. Solo 7. E pensando a quanto è grande il mondo è
facile fare le proporzioni. Certo, a queste signore, dobbiamo poi aggiungere
anche qualche primo Ministro, sparso qua e là, ma i conti non tornano
comunque.
All’indomani dell’elezione in Cile della socialista Micelle Bachelet,
a poca distanza da quella di Angela Merkel, prima cancelliera tedesca, prima
nella storia della Germania ed unica premier in carica in tutta Europa, ci si
chiede a che punto siamo in Italia.
In realtà ce lo hanno già chiesto ufficialmente alla V Conferenza
Mondiale sulle Donne, l’anno scorso, quando il nostro Paese è stato
“rimproverato” da autorevolissime istituzioni mondiali, per non
aver attuato, da Pechino in poi, adeguate politiche e strategie in favore delle
donne per promuovere la loro progressione nella vita pubblica, nel sociale,
in politica.
E i numeri , ancora una volta, sembrano dar ragione a questo stato di cose.
Nella classifica mondiale l’Italia occupa l’85°
posto in classifica e, se qualcuno lo avesse scordato, è fanalino di
coda come presenza femminile nelle rappresentanze nazionali al Parlamento europeo
e terzultima nel confronto fra i parlamenti nazionali dei Paesi dell'Unione
Europea.
Come dire che l’attenzione delle istituzioni italiane verso le pari opportunità,
se c’è, non è in crescita.
Sull’esempio della Germania e del Cile, in vista
del prossimo appuntamento elettorale che porterà l’Italia alle
urne con una nuova legge elettorale che peraltro,
non contiene nessuna norma antidiscriminatoria, come
ne usciranno le donne che oggi rappresentano al Parlamento il 10,3%, mentre
al Governo su 80 componenti sono solo 8, due ministre e 6 sottosegretarie?
È davvero pensabile, in una democrazia degna di questo nome, che le donne
debbano affidarsi al buon senso dei partiti e che questi riescano a mettere
da parte logiche di potere, accordi di convenienza, poltrone di comodo?
Quali liste saranno presentate affinché il paese sia adeguatamente rappresentato
da uomini e da donne, come auspicano tutti, da destra a sinistra, per salvare
la faccia?
In risposta a questi ed altri interrogativi, Arcidonna
ha costituito un Osservatorio di genere
permanente, attivo già da qualche anno, consultabile sul portale dell’associazione
che raccoglie i dati relativi alla presenza ed il ruolo delle donne nelle istituzioni
ed in politica che permette di avere un quadro sempre aggiornato della situazione
delle donne in Italia.
19 gennaio 2006
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