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Arcidonna News Per crescere liberate le donne, allarme ONU per i paesi arabi
Per crescere liberate le donne, allarme ONU per i paesi arabi Stampa E-mail
Così la discriminazione femminile frena lo sviluppo economico. L'Undp (l'agenzia Onu per lo sviluppo) invita i paesi compresi tra la Mauritania e l'Arabia Saudita a usare entrambe le ali di cui sono dotati, per spiccare il volo verso il benessere.

Il mondo arabo marcia con un motore acceso e uno spento. Fino a quando le donne - il 50% delle potenzialità di sviluppo di un paese – non saranno sciolte dalle loro pastoglie, Maghreb e Medio Oriente arrancheranno negli indici di progresso mondiali.
L’ultimo rapporto sullo sviluppo umano nel mondo arabo dell’Undp (l’agenzia Onu per lo sviluppo) invita i paesi compresi tra la Mauritania e l’Arabia Saudita a usare entrambe le ali di cui sono dotati, per spiccare il volo verso il benessere.

“Una partecipazione piena e la crescita delle donne come cittadine, produttrici di reddito, madri e sorelle saranno fonte di forza per i paesi arabi, consentendo loro di aumentare il benessere e lo sviluppo umano” si legge nell’introduzione di un rapporto che non si limita a elencare indicatori economici, ma racconta anche come le donne siano dipinte nella letteratura o come vivevano il piacere sessuale sfuggendo dove possono alla pratica dell’infibulazione. Se nelle librerie sono già molte le autrici che si affacciano dagli scaffali, un paio di film usciti l’anno scorso hanno provocato polemiche oltre misura.

L’egiziano Al-Bahitat’an Alhurriya (“Donne in cerca di libertà”) raccontava la storia di tre donne arabe a Parigi: le critiche sui giornali lo stroncarono pesantemente, ribattezzandolo “Donne in cerca di sesso”. Non mancano i miglioramenti rispetto al rapporto precedente di quattro anno fa: il 90% di bambine e ragazze va a scuola, il voto alle donne manca solo in Arabia Saudita e d Emirati Arabi. Ma in Medio Oriente si registra il livello di occupazione femminile più basso (solo una donna su tre lavora) E un’analisi così a tutto tondo non poteva risparmiarsi una frecciata alla lotta contro il terrore e alla galassia di conflitti di cui il Medio oriente è perno. “Le violenti guerre in corso – si legge – l’occupazione straniera e il terrorismo gettano un’ombra sulle possibilità di cambiamento” . E ancora: “ ala guerra al terrore e le occupazioni straniere rappresentano i più potenti freni allo sviluppo”. Accanto alla sezione dei dati, l’ Undp ha pubblicato un sondaggio sul ruolo delle donne nella società condotto in Egitto, Libano, Giordania e Marocco.

Le percentuali degli intervistati favorevoli all’estensione di libertà e diritti per le donne sono alte, purchè non si tocchino i pilastri della tradizione, velo in primis. Una percentuale che oscilla tra il 43 e il 50% degli intervistati (di entrambi i sessi) sostiene che coprirsi i capelli sia un dovere e che la donna abbia l’obbligo di indossare il velo anche contro la propria volontà. Così come Maometto espresse perplessità nei confronti di un capo politico del gentil sesso, il 72% degli egiziani e il 59% dei giordani si oppone risolutamente a una lady alla testa della repubblica o del regno. La percentuale si capovolge in Marocco (56% di favorevoli) e in Libano, dove l’81% desidera un presidente donna per risolvere il complicato rebus politico del paese dei cedri.

Elena Dusi, LA REPUBBLICA
7 dicembre 2006


 
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