Osservatorio di genere


Referendum: raggiunte le 500mila firme Stampa E-mail
Ma il mondo politico continua a dividersi su come risolvere il problema della Legge sulla fecondazione assistita

Sembra proprio che questo referendum si farà. Per fortuna, e alla faccia di chi si augurava il contrario. Le 500mila firme necessarie sono state raggiunte e superate sia per quel che riguarda il quesito dei Radicali (abrogazione totale), sia per i quattro quesiti che chiedono la cancellazione di singoli articoli della legge. I comitati comunque sono ancora in piena attività. Al momento, in alcune grandi città si possono tuttora trovare i banchetti allestiti: si cerca infatti di raccogliere un ulteriore centinaio di migliaio di firme (la cosiddetta “quota di sicurezza”) che controbilancerà le firme che la Suprema Corte potrebbe dichiarare nulle. La scadenza ultima, e non prorogabile, sarà il 30 settembre, ma per quella data gli elenchi dovranno pervenire in Cassazione già ricontrollati e bollati.
Più la meta finale si avvicina e appare a portata di mano, più i nemici dei referendum si agitano e vengono a galla. Erano rimasti in silenzio a guardare l’evolvere della situazione, quando ancora potevano sperare che le firme non sarebbero state raccolte in tempo, probabilmente “gufando” e sbizzarrendosi con gesti scaramantici. O al contrario, facendo un clamore spropositato, agitando in modo piuttosto ridicolo gli spettri di Hitler (“La diagnosi preimpianto è una pratica eugenetica”), di Frankenstein (“Per questa strada, si va verso la creazione del mostro”), del Far West (“I referendari vogliono l’assenza di regole: meglio una legge sbagliata”). Adesso gettano la maschera e tentano l’ultima carta per “scongiurare” un referendum che hanno deciso di demonizzare, presentendo di perderlo, dal momento che gli ultimi sondaggi rivelano che il 65% degli intervistati avversa la legge, e solo il 19% l’apprezza. Ecco quindi la nuova mossa del governo, la proposta di un maxi-emendamento di cui si fa portavoce il Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo, che per la verità si è sempre dichiarata scontenta della Legge 40, ma sempre senza l’energia sufficiente per influire sulle scelte della coalizione di cui fa parte, e senza il coraggio per manifestare un’esplicita divergenza.
Qualcuno intanto, dall’uno e dall’altro Polo, continua a ripetere, monotono, il ritornello lamentoso “Un referendum spaccherebbe il Paese fra laici e cattolici”. Ciò è vero solo in parte, perché non sono pochi i cattolici (comuni cittadini come i laici, con gli stessi problemi di infertilità, colpiti dalle stesse malattie genetiche) che riconoscono l’insensatezza e la crudeltà di questa legge. “Il referendum spaccherebbe piuttosto i due schieramenti, il Centrodestra e il Centrosinistra”, corregge Emma Bonino. E di fatto lo sta già facendo. Nella Casa delle Libertà, gli Azzurri si dividono fra i pro e gli antireferendari, nell’Ulivo coesistono i promotori dei referendum (Ds) e i suoi oppositori (Udeur, Margherita), Prodi esprime la sua personale posizione (contrario) che non coincide con quella più diffusa nell’opposizione, di cui pure è il leader.
E mentre nei palazzi del potere si continua a discutere astrattamente su una legge, e il tema centrale si sposta insensibilmente dalla fecondazione assistita al referendum che potrebbe abrogarla, o all’iniziativa parlamentare che potrebbe modificarla, si tende a dimenticare che ci sono persone in carne ed ossa, donne e uomini la cui sofferenza è concreta e palpabile, al cui cospetto le discussioni politiche non sono altro che uno starnazzare insensato: “Io e mio marito siamo portatori sani di talassemia. Volevamo un bambino, ma non potevamo permetterci di andare all’estero per la fecondazione con diagnosi preimpianto. Abbiamo concepito naturalmente, ma quando ho scoperto di avere in grembo una vita segnata da un destino feroce, ho abortito. È una cosa che mi ripugna, perché sono cattolica, ma non sopportavo l’idea di partorire un infelice. Che senso ha far nascere un essere umano che passerà la sua vita in ospedale, non giocherà con i coetanei, sarà perseguitato dalle trasfusioni e avrà un’attesa di vita inferiore alle persone normali? L’aborto è stata un’esperienza molto sofferta per la mia sensibilità e per le mie convinzioni etico-religiose, il ricordo accompagna tuttora i miei risvegli e le mie notti: eppure sono stata costretta a ricorrervi di nuovo, e forse accadrà ancora in futuro, se questa legge crudele non sarà cancellata”.

24 settembre 2004
Edoardo Zaffuto


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