There are no translations available. È partita da Palermo la prima campagna sociale per la democrazia paritaria promossa da Arcidonna con fondi europei e del ministero del lavoro
Palermo 4 marzo 2004 - La prima campagna di
pubblicità sociale per la democrazia paritaria nel nostro Paese promossa
da Arcidonna, nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Equal progetto
Donne in Progress, con il sostegno del Ministero del Lavoro e delle politiche
Sociali e della Regione siciliana, parte da Palermo. A bordo di un autobus della
linea Amat rivestito e arredato con i manifesti, i depliants, i gadgets, le
magliette che recitano: “La democrazia ha bisiogno delle donne”.
L’appuntamento con la stampa e con la città
è per giovedì 4 marzo alle ore 11 in piazza Francesco Crispi.
Dopo il saluto di Sergio Rodi, presidente dell’Amat, parlerà Valeria
Ajovalasit, presidente di Arcidonna e Marcello Orlando dell’agenzia Feedback,
ideatore della campagna.
Protagonista della promozione che sarà visibile sui bus, sulle pensiline,
negli aeroporti di Palermo, Catania, Roma, sui principali quotidiani e attraverso
spot radiofonici e banner su internet, sarà un ventaglio, oggetto prettamente
femminile, che riporta la frase: “Più donne italiane al Parlamento
Europeo”. L’Italia è infatti all’ultimo posto tra i
paesi dell’UE in tema di presenza femminile al Parlamento nazionale e
a quello europeo.
In questo mese il ventaglio sarà distribuito alle massime cariche dello
Stato e a tutti i parlamentari italiani.
“Crediamo che le donne, insieme agli uomini, rappresentino la ricchezza
e il capitale umano del Paese – afferma Valeria Ajovalasit, presidente
di Arcidonna - e che quindi sia fondamentale attingervi per individuare le risorse
migliori che guidino la crescita. Crediamo, con altrettante convinzione, che
la spinta debba partire anche dallo stesso universo femminile”.
“Alla modifica del febbraio 2003 apportata all’art. 51 della Costituzione
Italiana – continua – deve essere aggiunta una nuova legge che garantisca
una reale rappresentanza equilibrata di uomini e donne nel Parlamento, attraverso
l’alternanza uomo-donna nelle liste elettorali e, per i partiti che non
rispettono questa regola, una forma di penalizzazione atraverso la riduzione
del finanziamento pubblico fino al 50%”.
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