UNIVERSITA' E LAVORO: IN SICILIA GRAVE IL GAP TRA UOMINI E DONNE / AL VIA LA CAMPAGNA DI ARCIDONNA CONTRO GLI STEREOTIPI DI GENERE |
There are no translations available. Continua ad essere profondo il gap che separa donne e uomini in Sicilia, dalla formazione al mondo del lavoro. Secondo i dati diffusi oggi dall'Osservatorio di genere di Arcidonna nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna "Non pensare a sesso unico", ideata da Feedback e rivolta alla lotta agli stereotipi di genere, ad un anno dal conseguimento del titolo accademico solo il 35 per cento delle donne laureate in Sicilia ha un'occupazione, contro il 42,2 per cento dei maschi laureati nei tre principali atenei dell'Isola (Palermo, Catania e Messina). Il divario tra dottori e dottoresse, come dimostrano gli ultimi dati di Almalaurea, si riscontra anche a livello retributivo: la media degli stipendi delle laureate occupate è di 848,5 euro netti mensili contro i 1.172 euro netti mensili dei maschi. Una differenza del 27,5 per cento, il doppio di quella che si riscontra sul suolo nazionale (13,5). Che le donne trovino ad un anno dalla laurea un'occupazione di qualità inferiore agli uomini lo si evince anche da un altro dato: i maschi con un contratto di lavoro a tempo indeterminato sono il 54,5 per cento contro il 40,7 delle femmine. «Il problema - dice Valeria Ajovalasit, presidente nazionale di Arcidonna - è che in Sicilia continua a prevalere un orientamento culturale secondo cui il lavoro è per le donne una scelta di second best. Prima viene la cura della famiglia e delle incombenze di casa, poi, magari, ci si può dedicare alla propria carriera. Fin da giovani - continua - entrano in azione tutta una serie di stereotipi che incidono sui percorsi formativi: le donne vengono indirizzate o si indirizzano verso l'insegnamento e il sociale, percorsi notoriamente più "deboli" in termini occupazionali, al contrario dei maschi, che preferiscono i settori tecnici e scientifici, dove è più facile inserirsi nel mercato del lavoro globale». I dati lo dimostrano: presa in considerazione l'intera popolazione femminile iscritta alle quattro università dell'Isola, solo il 34,4 per cento opta per i corsi ad indirizzo scientifico, contro il 61,7 per cento dei colleghi maschi. Le giovani siciliane continuano a preferire i percorsi di studio delle facoltà umanistiche, dove raggiungono il 73 per cento degli iscritti. Ad attirarle sono soprattutto le facoltà di Lingue straniere, Lettere e Scienze della formazione. Nei settori scientifici, invece, la scarsa presenza di donne è particolarmente manifesta nelle facoltà di Ingegneria, dove rappresentano meno del 20 per cento degli iscritti. «La difficoltà ad accogliere le donne è frutto del conservatorismo siciliano - dice Anna Finocchiario, candidata del Pd alla presidenza della Regione e presente alla conferenza stampa - Occorre lanciare una seria battaglia allo stereotipo di genere riequilibrando, nel mercato del lavoro siciliano, la presenza delle donne. La precedente finanziaria offriva forti sgravi agli imprenditori siciliani per l'assunzione di donne a tempo indeterminato. Ma sono poche le aziende che ne hanno approfittato. I moduli di organizzazione del lavoro sono pensati, infatti, per lavoratori maschi e sono estremamente rigidi. Una forte immissione di donne crea quindi disagio al sistema organizzativo delle imprese. E' il momento, per la Sicilia, di rompere questa condanna all'eterno presente e la paura a guardare oltre. Questa è la scommessa». Anche l'ex ministra Stefania Prestigiacomo ha voluto aderire alla campagna di Arcidonna contro gli stereotipi di genere con un messaggio che è stato letto durante la conferenza stampa. «Parlando di stereotipi femminili - scrive la candidata del Pdl alla Camera - non si può non fare riferimento all'immagine della donna che trasmette la nostra televisione. Negli ultimi anni i mezzi di comunicazione di massa hanno sicuramente veicolato un'immagine della donna che può essere notata esclusivamente per la propria bellezza. Ho sempre ritenuto che l'aspetto fisico possa essere un buon biglietto da visita, ma che non debba ma che al contrario, debba essere accompagnato da carattere e intelligenza. Ecco perché dobbiamo evitare che le nostre ragazze pensino che sia meglio fare le veline che studiare, e dobbiamo impegnarci affinché i media veicolino un'immagine diversa della donna». Presente alla conferenza anche Rita Borsellino, candidata al Senato come indipendente nella Sinistra L'Arcobaleno. Secondo la Borsellino, «si assiste oggi ad una spaccatura tra la percezione sociale delle donne, considerate colonne portanti; e gli ambiti lavorativi dove questo riconoscimento, soprattutto nei ruoli dirigenziali, stenta ad arrivare. E dove la differenza tra uomo e donna si fa sentire anche sotto il semplice profilo retributivo».
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