There are no translations available. Questa volta non è lo slogan della campagna di Arcidonna per la democrazia paritaria ma, se verranno confermati i dati ufficiosi di cui disponiamo, si tratta di una realtà. Un vero successo.
Questa volta, finalmente, le donne italiane al Parlamento
europeo crescono, sia in termini numerici che di percentuale.
Le prime notizie non ufficiali riferiscono di almeno
16 candidature femminili andate a buon fine, che porterebbero al 20,5%
la quota di donne italiane a Bruxelles.
Percentuale che, confrontata con il modesto 11,5% (dieci su ottantasette) della
precedente legislatura, segna un grande passo in avanti e una
vera vittoria per Arcidonna e per quanti altri si sono battuti per una democrazia
di tutti.
Questi i nomi delle nuove parlamentari:
- Roberta Angelilli (AN)
- Emma Bonino (Lista Bonino)
- Mercedes Bresso (Uniti per l’Ulivo)
- Monica Frassoni (Verdi)
- Lilli Gruber (Uniti per l’Ulivo)
- Pia Locatelli (Uniti per l’Ulivo)
- Luisa Morgantini (Rifondazione Comunista)
- Cristiana Muscardini (Alleanza Nazionale)
- Alessandra Mussolini ( Alternativa Sociale)
- Pasqualina Napoletano (Uniti per l’Ulivo)
- Adriana Poli Bortone (Alleanza Nazionale)
- Amalia Sartori (Forza Italia)
- Luciana Sbarbati (Repubblicani Europei)
- Patrizia Toia (Uniti nell’Ulivo)
- Marta Vincenzi (Uniti per l’Ulivo)
- Iva Zanicchi (Forza Italia)
Notevole il risultato della circoscrizione Nord Ovest in cui l’Ulivo
ha portato al Parlamento europeo quattro donne su sei eletti.
Siamo ancora lontani dalla soglia minima del trenta per cento, e c’è
ancora molto da fare.
Ma il milione e più di preferenze date a Lilli
Gruber, le centocinquantamila di Marta Vincenti e di Pasqualina Napoletano,
le centomila preferenze di Mercedes Bresso, Luciana Sbarbati, Patrizia Toia,
Adriana Poli Bortone, di Emma Bonino e così via, sono il segno tangibile
che, se le candidate donne ci sono, c’è anche una buona parte di
cittadini italiani disposti a dar loro fiducia con il voto.
Questo risultato, voluto e cercato con forza dalle donne italiane, sembra quindi
segnare il punto in cui comincia il vero cambiamento, un
giro di boa nella direzione di una reale democrazia paritaria.
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