There are no translations available. I dati della Sigo sono allarmanti: a causa di una cattiva informazione e della scarsa dimestichezza con i metodi contraccettivi e con le strutture sanitarie, per colpa anche della poca professionalità di medici sedicenti "obbiettori di coscienza", in Sicilia gli aborti clandestini sono tantissimi.
Da un'indagine presentata qualche giorno fa dalla Sigo (Società Italiana
di Ginecologia ed Ostetricia) in occasione del convegno "La pillola oggi:
attualità in tema di controllo della fertilità" nell'ambito
della campagna nazionale "Scegli tu", per una maggiore informazione
sui metodi contraccettivi, è emerso che le interruzioni di gravidanza
volontarie in Sicilia, in un anno, sono state oltre nove mila. La
donna siciliana media non sembra amare troppo i mezzi contraccettivi (solo il
13% prende la pillola anti-concezionale), e sopratutto non ama chiedere informazioni
al proprio ginecologo, ma preferisce orientarsi tra i consigli delle
amiche, i giornali e internet.
Allarmanti i dati sugli aborti clandestini, che si aggirerebbero, all'anno,
tra i mille e i millecinquecento. A medici
compiacenti, che si fanno pagare più o meno cinquecento euro per ogni
mese di gravidanza, fanno riferimento soprattutto adolescenti spaventate che,
rivolgendosi alle strutture pubbliche, troppo spesso
si trovano abbandonate da medici che si definiscono "obbiettori di coscenza".
L'aborto diventa per molte un diritto solo sulla carta, difficile da esercitare
effettivamente.
Diverse le iniziative avviate per arginare il problema: la Sigo ha istituito
una infoline (800 002221), gestita da un gruppo
di ginecologi, e un sito internet (www.sceglitu.it),
realizzando inoltre spot e materiale informativo di vario genere. Massimo Petronio,
primario di ginecologia dell'ospedale Ingrassia, ha presentato anche un progetto
chiamato "aborto itinerante": un gruppo di medici di Palermo dovrebbe
fare il giro della provincia per praticare l'aborto. E insieme a Letizia Battaglia,
fotografa attenta all'evoluzione del mondo femminile, davanti a questi dati
molti pensano che le ragazzine di oggi stanno con l'ombelico di fuori, ostentando
la conquista di una finta libertà.
12 luglio 2005
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