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Solo il 13% ai vertici, il 23% nei ruoli dirigenziali di seconda fascia, il 50% in quella di accesso all'impiego. I dati presentati in un convegno a Roma

(DWpress) ­ Roma: solo il 13% ai vertici, il 23% nei ruoli dirigenziali di seconda fascia, il 50% in quella di accesso all'impiego. Sono queste le percentuali della presenza femminile all'interno della pubblica amministrazione emerse nel convegno organizzato a Roma dal ministero e dalla Scuola superiore dell'Economia e delle finanze ed intitolato La leadership delle donne nella Pubblica amministrazione.

- Le donne ­ ha evidenziato Gabriella Alemanno, vicedirettora generale dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ­ vanno valorizzate in modo significativo, perché possono dare un valore aggiunto alla Pubblica amministrazione. Ormai è provato ­ ha proseguito - anche attraverso analisi specifiche, che la donna riesce a conciliare molto bene la gestione della casa e del lavoro.

Secondo Alemanno per favorire la crescita professionale delle donne all'interno delle pubbliche amministrazioni è necessario passare per una "sensibilizzazione della burocrazia" migliorando le strutture sociali e valorizzando le attitudini delle singole.

I dati emersi dal convegno sono stati confermati anche da una nota della ministra per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, nella quale si ribadisce che "man mano che si sale nelle scale gerarchiche, diminuiscono le donne. Esiste, quindi ­ rileva la nota - un problema ancora irrisolto di leadership femminile. Io credo ­ afferma Prestigiacomo - che la valorizzazione della risorsa femminile, anche in posizioni apicali, sia uno degli snodi per cui deve passare ogni progetto di sviluppo della Pubblica amministrazione e del sistema paese nel suo complesso".

Concorda pertanto la ministra nell¹assoluta necessità di adottare, accanto a misure interne ai posti di lavoro, misure di carattere sociale che prevedano servizi che siano elastici e adeguati ai tempi ed ai ritmi di lavoro anche delle donne che assumono ruoli di leadership sociale.

Numero 104/105 del 7/8 maggio 2004


 
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