There are no translations available. Azzeccate le previsioni di Arcidonna. Complessivamente l’Italia “migliora” in termini di presenza femminile nei due rami del Parlamento, ma ancora molto lontana dai parametri europei.
A due settimane dalle elezioni politiche dello scorso 10 aprile, quando qualcuno si chiede ancora chi ha vinto, noi ci chiediamo, come accade dopo ogni tornata elettorale, se le donne hanno effettivamente vinto. Già perché Arcidonna da molti anni lavora con grande impegno per realizzare in Italia una democrazia paritaria degna di questo paese e la presenza delle donne, anche in politica, è ciò che ci sta più a cuore.
La prima vittoria è che il centro-destra, protagonista in questi faticosissimi anni di una politica che ha fatto arretrare i diritti e le libertà delle donne, ha perso, distinguendosi in queste elezioni come coalizione che ha inserito nelle liste dei partiti il minor numero di donne ottenendo il minor numero di elette. Ma occorre riflettere seriamente sulla risicata vittoria del centro-sinistra che sembra incapace di leggere i profondi mutamenti della società italiana, le paure, i disagi e i bisogni, il dato del Nord e il dato del Sud richiederebbero maggiore attenzione.
Questa incapacità ha certamente un rapporto con l’autoreferenzialità della classe politica che si riproduce endogenicamente, come dimostrano le candidature proposte dai partiti che hanno riservato la parte del leone ai propri dirigenti.
Ancora una volta, nell’agenda politica del centro-sinistra il riequilibrio della rappresentanza resta al palo, la pessima legge elettorale e il non inserimento di norme antidiscriminatorie hanno fatto il resto. Pur avendo il centro-sinistra inserito più donne nelle liste ed eletto più donne in parlamento, il dato complessivo di Camera e Senato è lontanissimo dal quel 30% dell’UE.
Il dato certo è che Rifondazione Comunista ha comunque vinto alla Camera e al Senato. Si è distinto per il numero di donne elette: a Montecitorio siederanno su 42 deputati 10 donne, mentre a Palazzo Madama le senatrici saranno 10 su un totale di 27. Incoraggiante ma assolutamente insufficiente.
Dai dati elaborati dall’Osservatorio di Genere di Arcidonna, le maglie nere vanno a: per la Camera UDC e Lega Nord distintisi rispettivamente con il 5.13% e il 3.85% di donne elette, emerge Alleanza Nazionale come “la migliore tra i peggiori” con il 14.08%, per il Senato spicca lo 0% della Lega Nord in buona compagnia di Forza Italia con il 6.41%. Ulteriori e più dettagliate analisi sono disponibili nell’area riservata del portale www.arcidonna.it.
Complessivamente l’Italia “migliora” in termini di presenza femminile nei due rami del Parlamento. Alla Camera si passa infatti dal precedente 11.6% di donne all’attuale 14%, mentre al Senato da 7.5% si passa ad un incoraggiante 13%. Le responsabili nazionali delle donne dei partiti dovrebbero riflettere su questi dati e sul loro ruolo politico.
Nonostante ciò, l’Italia rimane comunque fanalino di coda nelle classifiche europee per la scarsa presenza femminile in politica e negli organi di governo, cosa che ripropone il problema della rappresentanza all’attenzione del nuovo governo Prodi al quale Arcidonna ha già espresso la sua posizione e specificato chiarissime richieste: prima fra tutte un esecutivo composto al 50% da donne e uomini, la modifica della legge elettorale e l’introduzione obbligatoria di norme antidiscriminatorie con l’obiettivo minimo del 30% di donne.
Per il resto auguriamo a tutte le donne elette un sereno inizio di legislatura e un buon lavoro di proseguimento. Bentornata a Emma Bonino ed uno speciale in bocca al lupo per Lidia Menapace e Franca Rame.
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