There are no translations available. Il Papa torna all'attacco della legge 194. Per Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna: "Le critiche espresse oggi da Benedetto XVI, per quanto legittime, scontano una serie di gravi carenze e si basano su assunti in pieno contrasto con i dati ufficiali"
Dopo
averlo definito, alla pari del divorzio, una "colpa grave", Benedetto
XVI torna all'attacco dell'aborto. E lo fa davanti agli 800 delegati
del Movimento per la vita riuniti in udienza al Vaticano proprio in occasione
dei trent'anni della legge 194. "L'aver permesso di ricorrere all'interruzione
della gravidanza - ha detto il Papa - non solo non ha risolto i problemi che
affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto un'ulteriore
ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde
sofferenze".
Ratzinger ha poi aggiunto che "da quando in Italia è stato legalizzato
l'aborto, ne è derivato un minor rispetto per la persona umana, valore
che sta alla base di ogni civile convivenza, al di là della fede professata".
ARCIDONNA - Dura la replica del mondo laico,
con Pannella pronto a dichiarare che "quella del Papa è una bestemmia
contro la verità". Per Valeria Ajovalasit,
presidente di Arcidonna: «Le critiche espresse oggi da Benedetto XVI nei
confronti della legge 194, per quanto legittime, scontano una serie di gravi
carenze e si basano su assunti in pieno contrasto con i dati ufficiali. Non
è vero, innanzitutto, che, come ha detto il Papa, la legalizzazione dell’aborto
ha comportato 'un minor rispetto per la persona umana'. Da quando la legge 194
è entrata in vigore, infatti, non solo sono diminuiti gli aborti, ma
soprattutto si è posto un freno decisivo al fenomeno degli aborti clandestini.
In tal senso, il rispetto per il valore della vita (intesa come vita delle donne)
è aumentato, visto che si sono ridotti enormemente i rischi derivanti
dalle operazioni clandestine".
La presidente di Arcidonna ha continuato: "E' incomprensibile l’accostamento,
fatto da Benedetto XVI, tra l’aborto e 'i problemi che affliggono molte
donne e non pochi nuclei familiari'. Non è compito certo della legge
194 risolvere i problemi delle donne, siano essi di natura economica o legati
alla sfera dei diritti. Anzi, proprio la 194 ha ampliato le libertà delle
donne, dando loro l’opportunità di scegliere sul proprio corpo
e sulla propria salute al di là delle pressioni familiari e sociali.
Il Papa avrebbe fatto meglio, in quest’ottica, a ricordare alle istituzioni
italiane la mancanza di un welfare a misura di donna, ovvero di un welfare che
consenta realmente alle donne di conciliare vita e lavoro. Sempre che sia suo
compito, da leader di uno Stato straniero, entrare nel merito delle questioni
interne al nostro paese. Libia docet».
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