La Francia sulla via dell'uguaglianza professionale |
There are no translations available. L'accordo promette il raggiungimento della parità delle retribuzioni Con grande sorpresa di tutti, sindacati e imprenditori sono giunti ieri sera a un accordo di principio sulla parità professionale tra uomini e donne. Il progetto del testo, che dovrebbe essere oggetto di una seduta per la firma formale entro il 19 marzo, ha raccolto il consenso unanime dei cinque sindacati fin dal termine delle trattative. Insistendo sulla necessità di una “evoluzione delle mentalità”, le parti si impegnano da ora a raggiungere un equilibrio nei reclutamenti, e uno stesso accesso alla formazione professionale da parte di uomini e donne. Riconoscendo, sembra per la prima volta, l’esistenza di un “ostruzionismo” delle carriere femminili, il progetto spinge le imprese a prendere “tutte le misure necessarie” affinché le donne abbiano gli stessi percorsi professionali, le stesse possibilità di carriera e gli stessi accessi ai posti di responsabilità. Oggi ci sono 12 milioni di donne attive, 5,5 milioni in più rispetto a quarant’anni fa. Ma la loro condizione non è certo progredita allo stesso ritmo. L’accordo afferma: “Quando la mobilità geografica fa parte del percorso professionale, i datori di lavoro si impegnano affinché (…) le sue modalità siano compatibili con gli obblighi genitoriali”. Le parti sociali si sono infine interessate alla delicata questione della parità degli stipendi, ricordando la loro volontà “del principio d’uguaglianza per un lavoro di pari valore”. Per ora, lo scarto medio fra uomini e donne è del 25%, dal 5% al 10% quando il diploma, l’anzianità e l’inquadramento sono equivalenti. “Quando uno scarto medio di retribuzione è obiettivamente constatato, le imprese devono fare della sua riduzione una priorità (…) e avviare azioni di recupero progressivo limitato nel tempo”, spiegano i negoziatori. Avviate da mesi, le trattative sulla parità professionale erano, fino a ieri, a un punto morto, per mancanza di una reale volontà: un primo progetto di testo, datato 15 gennaio, aveva addirittura provocato il rifiuto unanime delle cinque sindacati, con la motivazione che “era privo di senso”. Anche se l’ultima versione non è fondamentalmente diversa nella struttura, gli emendamenti apportati durante la seduta hanno visibilmente convinto. È vero che nel frattempo il presidente della Repubblica ha fortemente sottolineato il suo interesse per la questione. Durante una tavola rotonda organizzata all’Eliseo, Jacques Chirac ha infatti ingiunto alle parti sociali di firmare un accordo “il più ambizioso possibile”, altrimenti “il legislatore si prenderà le proprie responsabilità”. Il presidente aggiunge inoltre: “Ovunque gli accordi sono possibili, non ci sono settori economici riservati agli uomini o settori in cui le donne sono costrette a comportarsi da uomini per ottenere il lavoro o per riuscire”. Messaggio ricevuto. Martine Clément, che guidava la delegazione degli
imprenditori ha stimato ieri “che non è una cattiva cosa che questo
paese parli unanimemente di un tale argomento”.
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