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Libere le due Simone Print E-mail
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Rilasciati sia gli ostaggi italiani che quelli iracheni

Ventuno giorni di dolore, paura, angoscia, disorientamento, di silenziosa e sofferta speranza. Per questa volta l’Iraq ferito a morte dalla guerra preventiva e del cieco terrore pseudoreligiso ci restituisce gli ostaggi: Simona Pari e Simona Torretta sono state liberate.
Sembra che i rapitori siano sunniti nazionalisti che non hanno alcun legame con Al Qaeda, forse un gruppo al suo primo rapimento di occidentali. Certamente il luogo del rilascio non è stato casuale: vicino alla moschea di Um al Kura, sede degli Ulema, il gran consiglio sunnita, l’organismo che nei giorni scorsi ha lanciato ripetuti appelli per la liberazione delle due Simone.
In tutta questa drammatica vicenda un gran numero di autorità dell’islam si sono mobilitate per la liberazione delle due pacifiste che lavorano per una ONG, Un ponte per..., che, non bisogna dimenticarlo, opera in Iraq a favore della popolazione sin dai tempi della prima Guerra del Golfo.
L’opera di pace delle due ragazze non è stata presa in considerazione dai rapitori, ma non è stata certo dimenticata da tutti quei musulmani, donne, bambini, leader spirituali e sovrani che si sono impegnati al massimo delle rispettive possibilità per l’integrità e il rilascio delle giovani volontarie.
In questa vicenda, per fortuna, anche il Parlamento italiano ha mostrato una coesione tale da far lavorare al meglio il governo e l’intelligence. Scartata ogni trattativa politica, alla fine per il rilascio delle nostre connazionali è stato pagato un elevato riscatto – si parla di un milione di dollari – e, come richiesto, offerto un ricovero in Italia per una trentina di bambini gravemente feriti. Quest’ultima richiesta getta un'ulteriore luce sul paradosso che in Iraq consuma la vita di migliaia di persone e le speranze di pace dell’intero mondo: i terroristi affidano la salute dei loro bambini a uno di quei paesi che combattono e combatteranno grazie anche ai soldi che ricevono come riscatto. La spirale di odio e violenza è un circolo vizioso per uscire dal quale sarà necessario fare qualcosa di nuovo che ne spezzi la logica.
Trascorse queste ore di grande gioia, bisognerà tornare a interrogarsi sulla strategia complessiva con la quale gli Usa e i suoi alleati cercano di ristabilire un qualche ordine in Iraq. Per il momento la guerra continua non si capisce bene come e, diciamolo, perché. Lontano dalle telecamere continueranno a morire civili innocenti e non è certo detto che i rapimenti non continuino.
Simona Pari e Simona Torretta sono finalmente libere. Le speranze di pace sono ancora sequestrate.

29 settembre 2004
Vittorio Greco
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