There are no translations available.
La
neopresidente degli industriali italiani porta la questione occupazionale femminile
in via dell'Astronomia. Arcidonna: "Finalmente qualcuno ci ascolta"
Qualcosa finalmente si muove anche tra gli industriali
italiani, che di recente sembrano essersi accorti di quanto
Arcidonna va sostenendo da anni: ossia che
alla base degli scarsi rendimenti produttivi del Paese c'è, tra le altre
concause, la bassissima presenza di donne nel mercato
del lavoro. Una presa di posizione firmata, non a caso, da Emma
Marcegaglia, la prima donna a salire al vertice di Confindustria.
Nel giorno del suo debutto all'Assemblea degli industriali, infatti, la Marcegaglia
ha puntato l'indice contro la bassa occupazione femminile, ricordando tra gli
applausi che "in Italia è attivo solo il
47% delle donne in età lavorativa". Insomma, ha continuato
la presidente, "abbiamo rinunciato a quella grande risorsa che è
l'occupazione femminile". Infatti, "con
un'occupazione femminile allineata ai tassi medi europei, il nostro Pil sarebbe
più alto di quasi il 7%".
Lo slogan della nuova leader di Confindustria è stato: "Troppe
donne a casa, troppe culle vuote, troppi bimbi poveri". Uno slogan
che lascia intravedere spiragli per l'apertura di un dibattito anche sull'altra
problematica legata della disoccupazione femminile: il welfare. "Occorre
incentivare le donne a entrare nel mercato del lavoro - spiega la presidente
di Arcidonna Valeria Ajoavalasit - Per farlo
occorre un cambiamento culturale sia nella formazione che nel mondo industriale.
Un cambiamento al quale la nostra associazione sta lavorando attraverso una
campagna di comunicazione contro gli stereotipi di genere. Ma non solo:
serve anche un welfare a misura di donna, che permetta di conciliare cura dei
figli e lavoro. Bene ha fatto la Marcegaglia a inserire nel suo primo discorso
la questione femminile, ma in futuro serviranno passi concreti nelle tre direzioni
che ho indicato: cultura, lavoro e welfare".
|