Gender Observatory


Arcidonna News Questa volta, vota una donna
Questa volta, vota una donna Print E-mail
There are no translations available.

Appelli, dichiarazioni, iniziative concrete sul tema che ha polarizzato l'attenzione degli italiani in vista delle imminenti elezioni, banco di prova per un'autentica democrazia paritaria

Votate per una donna. Non una qualsiasi, s’intende, ma una candidata della quale condividete le scelte, gli ideali, il programma”. Recita così l’appello, firmato dalla quasi totalità delle donne parlamentari italiane (che in termini di cifre si traduce in appena 90 unità), in vista delle prossime elezioni europee. L’iniziativa, proposta dal settimanale Anna, è stata presentata presso la Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, alla presenza di donne e uomini della politica. Ne è seguito un dibattito, coordinato dalla senatrice della Margherita-DL Cinzia Dato, autrice assieme a Giuliano Amato del disegno di legge AS 1732 che propone modifiche alle leggi elettorali in favore di una maggiore rappresentanza femminile.

Francesco Rutelli ha segnalato che, il 13 e il 14 giugno, quando si voterà contemporaneamente per le europee e per le amministrative, si rischia di avere la rappresentazione di due Italie differenti: per le europee infatti è stata approvata una norma per il riequilibrio, nel caso delle amministrative invece no.
Lilli Gruber, neocandidata con l’Ulivo, in passato contraria alle “quote”, ha dichiarato di considerarle oggi indispensabili per il riequilibrio della rappresentanza.
Alessandra Mussolini si spinge oltre: “Se fosse per me, metterei una quota per gli uomini, massimo il 30%!”. Chiaramente, si tratta solo di una battuta provocatoria.
Mariotto Segni è stato platealmente contestato dalle donne presenti in sala, a causa di un’infelice esternazione: “Le battaglie delle donne hanno un ruolo transitorio ma poi le posizioni vanno conquistate: noi facciamo le leggi, ma dentro le leggi le battaglie dovete farvele voi”.
Neanche l’intervento di Ignazio La Russa (AN) è stato apprezzato: “Nel ’94, con le quote, la qualità di quel 15% di donne elette non fu sempre di alto livello”, ha detto il rappresentante del partito che oggi candida la cantante Marcella Bella.
Per Barbara Pollastrini, coordinatrice delle donne Ds, le norme paritarie sono invece necessarie e imprescindibili “per scuotere le fondamenta della società, e dare alle donne quello che meritano e ancora non hanno”.
Marco Rizzo dei Comunisti Italiani ha ricordato che, già dal secondo congresso del suo partito, il Comitato Centrale è formato da un 50% di donne.

A Cagliari, intanto, il centrosinistra ha presentato un “listino” tutto rosa: il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, Renato Soru, sarà infatti affiancato soltanto da donne (sette, per la precisione). Una scelta degna di un nostrano Zapatero, effettuata con l’intento di marcare una netta discontinuità col passato e lanciare un segnale forte alla politica italiana.

Infine, la ministra per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo ha manifestato il proprio compiacimento per come i partiti hanno recepito le richieste che, da più parti, si levano dalla società, in nome di una democrazia concretamente paritaria. Secondo i primi dati, afferma la Prestigiacomo, "sostanzialmente tutti i grandi partiti hanno almeno un terzo di donne, con eccezioni significative in meglio per Forza Italia, Uniti per l'Ulivo e Rifondazione che hanno superato il 35%, mentre i Verdi si avvicinano al 50%".

Edoardo Zaffuto

 
Torna su