Regione Toscana: uno statuto progressista |
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There are no translations available. "Politiche finalizzate a consentire a ogni persona la libera espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere"
Contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità
di genere, il 10 novembre il consiglio regionale della Toscana ha approvato
una legge (49/2004) che, in attuazione dell’articolo 3 della Costituzione,
prevede “politiche finalizzate a consentire
a ogni persona la libera espressione e manifestazione del proprio orientamento
sessuale e della propria identità di genere”, e “promuove
il superamento delle situazioni di discriminazione” (Art. 1 capo 1).
La legge recepisce inoltre la direttiva europea 78/2000/CE che chiede espressamente
agli stati di legiferare per punire le discriminazioni basate sull'orientamento
sul luogo di lavoro.
La Toscana è la prima regione a varare norme
del genere e si pone all’avanguardia in materia di effettiva parità
di diritti con l'obiettivo di consentire a tutti la libera espressione e manifestazione
del proprio orientamento sessuale e della dignità di genere nel vivere
quotidiano: nel tempo libero, nei luoghi di cura e sul posto di lavoro.
La legge approvata garantisce infatti l'accesso, a parità di condizioni,
ai servizi forniti dalla Regione, e prevede interventi ad hoc per sostenere
l'inserimento lavorativo delle persone discriminate per il loro orientamento
sessuale. I transessuali e i transgender saranno quindi destinatari di specifiche
politiche regionali del lavoro, in quanto soggetti esposti dal rischio di esclusione
sociale. A questo fine viene riconosciuto alla Associazioni rappresentative
dei diversi orientamenti sessuali il diritto di verificare il rispetto degli
standard etici nelle aziende che abbiano ottenuto la certificazione di Responsabilità
sociale (Sa 8000). Le norme contenute nel testo favoriscono inoltre "l'offerta
di eventi culturali aperti ai diversi stili di vita" ed offrono una nuova
tutela ad omosessuali e transessuali sul piano formativo. Su questa linea con
i fondi presi dal piano sanitario regionale le aziende Usl garantiranno azioni
specifiche per "rimuovere gli ostacoli alla libertà di scelta della
persona circa il proprio orientamento sessuale o la propria identità
di genere". Tra i punti salienti l'articolo 7 conferisce poi a chiunque
il diritto di indicare la persona che dovrà prendere per lui le decisioni
riguardo i trattamenti terapeutici in caso di malattia grave. Una norma di ampio
respiro che allarga il cerchio dei designati oltre a genitori e parenti stretti,
anche a conviventi,
compagni, separati e persone che vivono da sole a prescindere dal loro sesso.
Vittorio Greco
6 dicembre 2004
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