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Arcidonna News Riforma elettorale: presentato un disegno di legge
Riforma elettorale: presentato un disegno di legge Print E-mail
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Non meno di un terzo di donne nelle liste, alternanza dei due sessi per l'attribuzione dei seggi con metodo proporzionale

Venerdì 16 luglio il consiglio dei ministri ha presentato un nuovo disegno di legge che prevede nuovi criteri per la composizione delle liste elettorali. Per garantire le pari opportunità tra uomini e donne (come è già accaduto per le elezioni europee) nelle elezioni amministrative e politiche, nei collegi uninominali di Camera e Senato, gli schieramenti politici dovranno destinare alle donne almeno il 33% delle candidature.
Il provvedimento presentato dal ministro per le Pari opportunità prevede inoltre, per la Camera, l’alternanza dei due sessi nella formazione delle liste per l’attribuzione dei seggi con metodo proporzionale.
Per i partiti che non dovessero rispettare le disposizioni si prevedono decurtazioni fino al 50% dei rimborsi per le spese elettorali. Quando il testo presentato sarà diventato legge a tutti gli effetti, la Repubblica italiana avrà dato il primo esempio concreto di cosa significhi promuovere “con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. Questa riforma elettorale sarebbe infatti la più importante e diretta conseguenza della riforma dell’articolo 51 della Costituzione ("Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizione di uguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini").

Nel frattempo in Sicilia continua l’azione di pressione sull’assemblea regionale che sta per dotarsi di una nuova legge elettorale regionale. Un ampio e trasversale schieramento di forze politiche, sindacati e associazioni sta per ottenere una legge che prevede l’alternanza uomo-donna nella lista regionale, la doppia preferenza di genere e l'obbliogo di due terzi di candidature femminili o maschili nelle liste provinciali.
In Sicilia (con solo il 4,4% di donne all’Ars), così come nel resto della nazione, l’allargamento e il consolidamento della democrazia passa per tutti i provvedimenti che, come questi, danno a donne e uomini pari opportunità di accedere ai luoghi della decisionalità politica.

19 luglio 2004
Vittorio Greco
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