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Tre donne rapite in Iraq Print E-mail
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Due sono italiane in missione umanitaria:
Simona Torretta e Simona Pari

Questa volta, i terroristi islamici in Iraq hanno colpito le donne. Due ragazze italiane, non ancora trentenni, due pacifiste convinte. Si chiamano entrambe Simona e lavoravano a Baghdad come volontarie in missione umanitaria con l’organizzazione non governativa “Un ponte per…”. Il commando ha fatto irruzione alla sede dell’organizzazione, in un quartiere centralissimo, sotto gli occhi di numerosi testimoni. Insieme alle due italiane, sono stati sequestrati due loro colleghi iracheni impegnati nel sociale, uno dei quali è ancora una donna, Mahnaz Bassam, brutalmente trascinata per i capelli. Prima di loro, solo una volta i terroristi avevano sequestrato una donna: Nahoko Takato, nipponica, volontaria di un’organizzazione umanitaria, era stata rilasciata poco dopo.

Simona Torretta, di Rimini, 29 anni, diplomata all’Accademia delle Belle Arti e studente di Antropologia Culturale a Roma. Capomissione di “Un ponte per…”, coordina il progetto di ricostruzione della biblioteca di Baghdad.

Simona Pari, bolognese, 29 anni, giornalista pubblicista laureata in Filosofia. Era stata in Afghanistan, in Kossovo, in Albania, lavorando con l’associazione “Save the children”. Dal luglio 2003 a Baghdad coordina progetti di istruzione per i bambini delle scuole.

Nessuno si aspettava qualcosa del genere, meno che mai le due ragazze, consapevoli dell’efficacia dei loro interventi e della riconoscenza di chi aveva a che fare con loro. “Noi siamo contro la guerra”, avevano dichiarato neanche una settimana fa, “lavoriamo con i bambini. In Iraq nessuno ci vuole male. La gente è con noi”.

Intanto si moltiplicano gli appelli per l’immediata liberazione degli ostaggi, non solo dall’Occidente, ma – ciò che è più importante - da tutto il mondo islamico: gli Imam delle moschee, gli Ulema, la Lega Araba, l'Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche in Italia. A Baghdad sfileranno donne e bambini iracheni. Così parla Anuar Hattab el Azhari, sceicco della moschea di al Mahdi a Baghdad "Sono mie amiche, sono messaggeri di solidarietà. Stiamo facendo di tutto per il loro rilascio e chiediamo ad ogni gruppo religioso di fare altrettanto. Questi atti distruggono l'immagine dell'Islam".

Marce di solidarietà, catene di sms, fiaccolate sono in preparazione in tutta la penisola. Giovedì 9 settembre a Milano, i sindacati organizzano un presidio in piazza San Babila alle 17.30. A Rimini, la città di Simona Pari, è prevista una fiaccolata per le strade del centro. Il ritrovo è in piazza Cavour alle 21.00. Le autorità hanno anche invitato i cittadini a esporre una candela a ogni finestra. A Venezia alle 18.00 sopra il Ponte di Rialto.
Per venerdì 10 settembre, il comitato romano di "Fermiamo la guerra" ha organizzato una fiaccolata a Roma che partirà alle 18.00 da piazza Venezia.

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8 settembre 2004

 
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