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Zapatero ha nominato otto donne e otto uomini come ministri. Per la prima volta in Spagna, un governo paritario.

Il nuovo premier spagnolo, il socialista Luís Rodgriguez Zapatero, ha rispettato le promesse. Nel suo governo, uomini e donne si dividono alla pari, matematicamente, i sedici ministeri. È la prima volta che ciò accade in Spagna, ma anche nel resto dell'Europa mediterranea. Zapatero ha dimostrato così che la democrazia paritaria non è un'utopia, un fenomeno straordinario che si realizza solo nei paesi scandinavi, come l'aurora boreale. Ma a questo obiettivo non si è arrivati dall'oggi al domani. Da tempo il Psoe aveva fissato delle quote di rappresentanza minima per le donne all'interno del partito: prima 25%, poi 33% e dal 1997, il 50%.

VICEPRESIDENTE DEL GOVERNO: Maria Teresa Fernàndez de la Vega. Giurista, 54 anni, nubile e femminista, è stata sottosegretaria alla giustizia con Fèlipe Gonzales. Per la prima volta nella storia della Spagna, la carica vicepremier è occupata da una donna. Zapatero ha preferito lei a Jesùs Caldera, suo braccio destro.

LAVORI PUBBLICI: Magdalena Alvarez. Capolista del Psoe a Malaga, ha ricoperto per la prima volta un incarico di governo nel 1994.

SANITÀ: Elena Salgado Mendez. Ingegnere industriale ed esperta di economia, è stata segretario generale al ministero delle Comunicazioni in un governo González.

AGRICOLTURA: Elena Espinosa Mangana. Lavora all'istituto galiziano di medicina tecnica.

 

CULTURA: Carmen Calvo. Docente della facoltà di diritto di Cordoba.

 

EDILIZIA: Maria Antonia Truijllo. Docente di diritto costituzionale.

 

AMBIENTE: Cristina Narbona. Laureata in Scienze economiche, ha svolto già incarichi simili nel passato governo González.

 

ISTRUZIONE: Maria Jesus Sansegundo. Laureata a Princeton, insegna all'Università dei Paesi Baschi e a Madrid.

 

 
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