Gender Observatory


Arcidonna News per un'altra tv
per un'altra tv Print E-mail
There are no translations available.

Arcidonna partecipa all'incontro di oggi a Roma, alle ore 21, presso l'Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Roma Tre organizzato da MicroMega e l'Università degli studi Roma Tre sul tema UN'ALTRA TELEVISIONE È POSSIBILE. Abbiamo sottoscritto l'appello di qualche tempo fa perchè SOSTENIAMO LA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE DI RIFORMA DEL SISTEMA RADIOTELEVISIVO! Per assicurare il pluralismo, l'indipendenza, l'obiettività e l'imparzialità dell'informazione audiovisiva in Italia. Stasera saremo insieme a SABINA GUZZANTI, CARLO FRECCERO, PAOLO FLORES D'ARCAIS, MARCO TRAVAGLIO, VITO ABRUSCI E TANA DE ZULUETA per un grande momento d'incontro con il pubblico, per spiegare le ragioni e i vantaggi di un sistema televiso libero.


Quali sono gli scopi della legge?

La legge mira a sanare la duplice anomalia italiana nel campo dei mezzi di comunicazione audiovisivi: da una parte, il duopolio Rai-Mediaset che impedisce l'emergere di nuovi attori e limita il pluralismo; dall'altra, il controllo politico esercitato sul servizio pubblico radiotelevisivo, che non ha pari nel mondo democratico.

Com'è nata la proposta di legge?

La proposta è scaturita dall'appello lanciato da Sabina Guzzanti in occasione dell'uscita del suo documentario, 'Viva Zapatero!' ed è stata stilata da un gruppo di lavoro composto da giornalisti, autori e giuristi, tra cui Tana de Zulueta, Giulietto Chiesa, Marco Travaglio, Giovanni Valentini, Udo Gumpel, Curzio Maltese, Maria Cuffaro e Alberto Gambino.

A quali sistemi radiotelevisivi si ispira la proposta di legge?

La proposta si basa sul sistema tedesco, che garantisce l'assoluta indipendenza editoriale dei canali pubblici.

Come cambierà la Rai se questa proposta venisse approvata?

Verrà abolita la Commissione parlamentare di Vigilanza. Al suo posto, un Consiglio per le Comunicazioni audiovisive, i cui membri saranno in maggioranza (11 su 21) nominati dalla società civile (sindacati, artisti, imprenditori, giornalisti, Terzo Settore, accademici, autori, associazioni degli utenti). Dei rimanenti 10 membri, 3 verranno eletti dagli enti locali e 7 saranno nominati dal Parlamento.
Il Consiglio per le Comunicazioni audiovisive, e non più il governo ed i presidenti delle Camere, nominerà i 5 membri del Consiglio d'Amministrazione della Rai, che saranno scelti tramite concorso pubblico ed agendo in base a criteri di professionalità, competenza nel campo radiotelevisivo ed indipendenza, ponendo così fine alla lottizzazione ed alla spartizione politica del servizio pubblico.
Il mandato del CdA avrà una durata di 6 anni, contro i 5 anni di una legislatura.

Come cambierà il panorama radiotelevisivo italiano se la proposta venisse approvata?
Nessun operatore televisivo privato potrà raggiungere più del 30% dell'audience nazionale.
Nessun operatore televisivo potrà raccogliere più del 30% delle risorse del settore televisivo (canone e pubblicità).

10 luglio 2006
 
Torna su