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Grande risultato da Milano a Palermo. Gli italiani bocciano la riforma con il 61,3 % di NO. E nell'azzurra Sicilia ha vinto la libertà di voto.

Gli italiani bocciano la riforma costituzionale sottoposta a referendum.

I no sono stati il 61,3 per cento, i sì il 38,7.

Un'affluenza alle urne del 52,9 per cento, una partecipazione elevata e per alcuni aspetti non prevista.

CURIOSITA‘
I cittadini di Milano e Venezia hanno votato in maniera difforme rispetto alle regioni di appartenenza.
Nel capoluogo lombardo, amministrato da Letizia Moratti che guida una giunta della Casa delle libertà, i no hanno raggiunto il 51,8 per cento, contro il 48,2 dei sì. Nella città della Laguna, retta invece da un'amministrazione di centrosinistra, i no hanno prevalso con il 53,6 per cento contro il 46,4 dei sì. Complessivamente al Nord i no hanno prevalso con il 52,6% contro il 47,4 dei sì. Un'altra curiosità riguarda la città di Cuneo che al governo Prodi ha fornito tre ministri (Emma Bonino, Cesare Damiano e Livia Turco). Ebbene i sì hanno superato i no: 52,2 per cento contro il 47,8. Più in dettaglio, si può far notare che nelle regioni del centro, in prevalenza amministrate da governi di centrosinistra, il no alla riforma ha conquistato il 67,7 per cento contro il 32,3 dei sì. Nella capitale i no hanno raggiunto il 67,9 per cento con un'affluenza del 54,3.

Scendendo a Sud la percentuale dei votanti diminuisce ma al contempo crescono i no che arrivano al 74,8 nell'Italia meridionale e al 70,6 nelle Isole, nonostante, ad esempio, la Sicilia sia amministrata da un esponente della Cdl, come Salvatore Cuffaro. Sottolineamo che in questo caso la libertà e l'indipendenza del voto sono state determinanti. L'azzurra Sicilia, in questo referendum, sganciata dai sistemi clientelari che dominano la politica isolana, ha risposto con maturità e consapevolezza.


27 giugno 2006


 
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