Riparte la mobilitazione a difesa dell'autodeterminazione in tema di aborto. Manifestazioni a Napoli, Roma, Firenze, Genova e Milano in segno di protesta dopo il blitz della polizia al Policlinico Federico II per una presunta interruzione di gravidanza illegale. Arcidonna: "Sui diritti e sulle libertà delle donne non si torna indietro"
Donne
in piazza a Napoli, Roma e in altre città italiane. Manifestazioni
organizzate per protestare contro il blitz della polizia
al Policlinico del capoluogo partenopeo per un caso di aborto. Nella
capitale le manifestanti hanno sfilato dietro diversi slogan («Silvana,
siamo tutte con te», «Libere di agire, capaci di reagire»,
«Trasformiamo la paura in rabbia»). C'è stato anche un incontro
con il ministro della Salute, Livia Turco. «A Napoli è accaduto
qualcosa che non deve accadere più» ha affermato il ministro. «L'aborto
è un dramma per le donne. Siamo qui per applicare bene e salvare la legge
194».Tra le tante persone accorse anche Ritanna Armeni, che conduce con
Giuliano Ferrara la trasmissione 'Otto e mezzo' su La7; Loredana De Petris,
dei Verdi; l'assessore alla Cultura del Lazio Giulia Rodano, il segretario dei
Radicali Rita Bernardini e Maura Cossutta, consigliere del ministro Turco per
le Politiche femminili, e la presidente di Arcidonna, Valeria Ajovalasit.
ARCIDONNA IN PIAZZA A ROMA E A NAPOLI: “SUI
DIRITTI DELLE DONNE NON SI TORNA INDIETRO” - «Le manifestazioni
organizzate oggi in tutta Italia hanno dimostrato ancora una volta che il movimento
delle donne non è morto, come alcuni presbiti commentatori hanno scritto
nelle ultime settimane. La legge sull’aborto non si tocca e sui diritti
e sulle libertà delle donne non si può e non si deve tornare indietro.
Anzi, c’è bisogno di colmare le lacune legislative in materia di
lotta alla violenza e alle discriminazioni sui luoghi di lavoro. Lacune che
devono entrare con forza nell’agenda politica di questo Paese».
Lo ha detto Valeria Ajovalasit, presidente
nazionale di Arcidonna, nel corso della manifestazione che si sta tenendo a
Roma dopo il blitz della polizia al Policlinico Federico II per una presunta
interruzione di gravidanza illegale.
AUSER - Un "episodio di una gravità
inaudita". L'Auser, storica onlus di volontariato e promozione sociale,
esprime la propria indignazione per "la violenza che a Napoli ha dovuto
subire una paziente a seguito del blitz della polizia, ordinato da un magistrato
nel reparto maternità per una anonima, vile e ingiustificata telefonata".
UDI - "Siamo in piazza per dire a voce alta che oggi in queste
piazze, e domani ovunque si decida del nostro corpo, la titolarità piena
deve restare nelle mani delle donne": così l'Udi (Unione delle donne
in Italia), che ha organizzato per oggi manifestazioni in varie città
italiane a difesa della legge sull'aborto. "Oggi siamo in piazza, a Napoli,
a Roma, a Milano, a Bologna e a Brescia - affermano - per dire no all'aborto
come lo abbiamo detto tanti anni fa: allora è stato no all'aborto clandestino
e sì alla contraccezione che era vietata. La 194 è stata un atto
di civiltà di questo Paese e una assunzione di responsabilità
dei due generi verso un dramma che era solo femminile".
CONSIGLIERI
DONNE: "CSM INTERVENGA" - «Il Csm intervenga su quanto
accaduto al nuovo Policlinico di Napoli». La sollecitazione, trasmessa
al comitato di presidenza dell’organo di autogoverno della magistratura,
è firmata dalle sei consigliere donne che siedono a Palazzo dei Marescialli.
Contro l'iniziativa antiabortista a Napoli sono scese in campo le
tre togate di Md Elisabetta Cesqui, Ezia Maccora, Fiorella Pilato, assieme alla
collega Luisa Napolitano (Unicost) e alle rappresentanti laiche Celestina Tinelli
e Letizia Vacca, entrambe di centrosinistra. Il Csm deve intervenire
«per riflettere sull’intervento dell’autorità giudiziaria,
sulle sue modalità di esecuzione, sulla tutela dei valori costituzionalmente
protetti» scrivono nel documento, che «ha trovato generalizzato
consenso all’interno del Consiglio».
La riflessione, a parere delle consigliere, «si impone a seguito delle
notizie di stampa odierne che riferiscono di una operazione di polizia giudiziaria
autorizzata dal pubblico ministero di Napoli che avrebbe comportato, sulla base
di una segnalazione anonima, un intervento in ambiente ospedaliero, da parte
di numerosi agenti, che avrebbero proceduto all'esame di una donna sottoposta
pochi minuti prima ad una interruzione volontaria di gravidanza e al sequestro,
oltre che della documentazione, del feto».
A giudizio delle sei consigliere, stando a quanto riferito dalla stampa, sembra
sia stata «pretermessa ogni considerazione della particolarissima e traumatica
situazione imprescindibilmente correlata a ogni interruzione volontaria di gravidanza.
Fatto che, se troverà conferma, merita l'attenzione del Consiglio - sostengono
- soprattutto se si considera che la legge 194, disciplinando le condizioni
e le modalità per l'interruzione, prevede una procedura che consente
di verificare documentalmente l'osservanza delle condizioni di legge».
14 febbraio 2008
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