Osservatorio di genere


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Roma, 7 novembre 2004

Non solo le donne, ma anche un uomo protagonista all’assemblea nazionale di Arcidonna, che si è svolta il 7 novembre alla Casa internazionale delle Donne di Roma: Adriano Sofri, intervistato nel carcere di Pisa da Valeria Ajovalasit e presente in un video registrato.
Arcidonna infatti ha deciso di porre anche a lui le domande – a parere dell’associazione fondamentali per costruire un programma politico – su cui si è svolta la tavola rotonda “La democrazia ha bisogno delle donne”, che ha aperto i lavori. Perché? Perché spesso negli ultimi mesi Sofri è intervenuto sui giornali, sottolineando la centralità delle donne in tutte le tematiche che riguardano la società italiana, i problemi della democrazia e della pace, con accenti in sintonia con le tesi di Arcidonna. Sono intervenuti anche Luigi Cocilovo, vice presidente del Parlamento europeo, Liisa Liimatainen, giornalista finlandese della stampa estera in Italia, e Isaia Sales, consulente economico del Presidente della Campania. Ha coordinato i lavori Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna, che ha proposto per prima cosa l’intervista registrata.

Fra gli interventi, quello di Luigi Cocilovo ha sottolineato il ruolo centrale dell’Unione Europea su tutti i temi in discussione e messo in rilievo lo spreco delle risorse comunitarie di cui è ancora vittima la Sicilia, che sconta un legame ancora non sciolto fra politica e mafia.

Isaia Sales ha centrato il discorso su economia e Mezzogiorno, denunciando come la riduzione delle tasse perseguita dal governo si possa ritorcere sull’economia meridionale, importantissima per tutto il paese, che ha ancora bisogno di un sostegno, anche se certo non nel senso dell’assistenzialismo clientelare che ha finora fatto da tampone. Assistenzialismo clientelare che fra l’altro non può che essere aggravato da un federalismo spinto, riproduttore di autonomie come quella siciliana, disastrosa proprio dal punto di vista della gestione dell’assistenza allo sviluppo. Sales ha concluso chiamando il Mezzogiorno ad assumersi la responsabilità del suo sviluppo nel quadro di un’assistenza statale rivolta in maniera generalizzata alle situazioni di difficoltà e non gestita con il criterio della costituzione di bacini clientelari di voti.

Liisa Liimatainen ha parlato dei paesi del Nord Europa, ancora all’avanguardia dei sistemi di welfare, ma anch’essi in fase di riduzione delle risorse necessarie per uno stato sociale adeguato ai bisogni di donne e uomini, e ha auspicato che l’Unione Europea, ormai allargata anche a paesi che sostengono soluzioni più ritagliate sul modello americano, non sottovaluti il pericolo di simili arretramenti.

Ma il più convinto assertore della necessità di un rinnovamento della politica che parta proprio dalle donne è stato Adriano Sofri, la cui reclusione diventa ogni giorno che passa sempre più un insulto prima di tutto al buon senso.


Oltre a Sofri in video, presente (lei in carne ed ossa) anche un’altra reclusa da non dimenticare: Silvia Baraldini, che è ancora agli arresti domiciliari, ma ha ottenuto tre ore di libertà domenicale e ha deciso di spenderle questa settimana per partecipare all’assemblea. Silvia si è detta assai impressionata dall’assenza delle donne nei media italiani.


Unica donna con una posizione di rilievo in un partito ad essere presente, Maura Cossutta (dei Comunisti italiani) ha affrontato il tema del rapporto fra donne e partiti, affermando che è da ricostruire a partire dalla capacità (da dimostrare) di questi di mettersi radicalmente in discussione. Sollecitata da una domanda di Valeria Ajovalsit, si è dichiarata disposta ad aprire un conflitto su questo nella sua stessa organizzazione. Il tema è stato ripreso anche da Marzia Marchi (di Ferrara) che ha detto di cercare in Arcidonna un “contenitore” amico per fare politica, in cui non trovarsi a disagio come nei partiti.

Fra gli altri temi importanti toccati, quello della formazione e della ricerca (Piera Fallucca: attenzione ai grossi guasti per il futuro che l’aziendalismo nella scuola ci prepara) e la necessità di affrontare il problema del Meridione in un’ottica di genere per trovare soluzioni nuove (Maria Antonietta Selvaggio).

Valeria Ajovalasit ha aperto i lavori esprimendo la preoccupazione per l’esito delle elezioni negli Stati Uniti (che ha serpeggiato in tutto il dibattito), segnale assai negativo per la sorte dei diritti di libertà, e li ha conclusi, dopo aver riflettuto sullo stop del Senato alla legge Dato-Amato per il riequilibrio della rappresentanza, dicendo che questo episodio, insieme al fatto che la maggior parte delle Regioni non si è ancora dotata di una legge elettorale che rispetti il dettato costituzionale dell’art. 51 e dell’art. 117, dimostra l’ipocrisia della parte maschile della classe politica, che al di là delle parole di comodo non mostra alcuna reale intenzione di favorire l’ingresso delle donne nelle sedi istituzionali della decisionalità, preoccupata com’è di mettere a rischio le poltrone che occupa massicciamente. Per questo – ha concluso Ajovalasit – per noi è finito il tempo del buonismo: le donne non faranno più credito a nessuno sulla democrazia paritaria. La battaglia su questo punto diverrà più aspra, dentro e fuori i partiti e in tutte le sedi, fino ai ricorsi per l’irricevibilità delle liste elettorali che non abbiano una presenza significativa di donne.
Conclusa in mattinata la tavola rotonda aperta al pubblico, alle 15.00 si è svolta l’assemblea ordinaria. Dopo la relazione della presidente sui buoni risultati ottenuti dall’associazione nel 2004 e sui programmi per il 2005, si è svolta l’assegnazione del premio ai rappresentanti delle regioni con una consistente presenza femminile nelle giunte: il premio è andato alla giunta regionale sarda, assolutamente paritaria nella composizione per scelta politica del suo presidente Renato Soru. Ha ritirato il premio Luisanna Depau, assessore regionale al Turismo, Artigianato e Commercio.

È seguito l’intervento del Prof. Agatino Cariola, che ha analizzato le riforme elettorali e gli statuti nelle regioni italiane, indicando in quella della Regione Siciliana la migliore legge elettorale (dal punto di vista del riequilibrio fra uomini e donne) e nello statuto della Basilicata quello più ricco di articolazioni positive.

Il dibattito fra le associate ha fatto emergere la determinazione comune nel continuare la battaglia ormai pluriennale di Arcidonna per portare le donne in tutti i livelli decisionali della vita politica e amministrativa.
Dopo l’approvazione del bilancio di previsione proposto dalla vice presidente Francesca Columba, si sono conclusi i lavori, che hanno registrato anche nuove adesioni all’associazione.

Fotografie di Maj Britt Idstrom

 
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