La posizione di Arcidonna in coerente difesa dell'art.51 della Costituzione Italiana.
In merito alla legge elettorale che andrà in discussione al Senato a
metà novembre, Valeria Ajovalasit dichiara:
“L’unica norma antidiscriminatoria efficace,
cioè capace di produrre un incremento reale della presenza delle donne
nel nostro parlamento, coerente con l’articolo 51 della Costituzione,
non può che prevedere l’alternanza uomo-donna
nelle liste, dal momento che non è possibile esprimere voti di
preferenza. In sottordine si può ammettere una presenza di almeno il
30% di rappresentanti dello stesso sesso, con l’obbligo di posizionare
un candidato del sesso meno rappresentato ogni due.
Qualsiasi altra soluzione è assolutamente inadeguata a garantire una
presenza soddisfacente di donne nelle nostre assemblee elettive, attualmente
composte per il 90% di uomini.
No, dunque, a soluzioni che prevedano solo
lo strumento del tutto inefficace dell’ammenda
(vedi l’esperienza francese, che ha prodotto il risultato di un insignificante
13,9% di donne in parlamento) e certamente no all’emendamento
della maggioranza ( una donna almeno su tre
candidati) che non produce affatto il 20% di donne, come vorrebbero farci credere.
Qui sotto, il testo dell’emendamento proposto dalla maggioranza, che non
vogliamo venga riproposto né votato con un accordo trasversale maggioranza-opposizione
al Senato:
Al comma 6, capoverso articolo 18-bis, comma 2, primo periodo, aggiungere, in
fine, le parole:
[...] in cui ogni genere non può essere rappresentato
in una successione superiore a tre ed in misura superiore ai due terzi dei candidati;
in caso di quoziente frazionario si procede all'arrotondamento all'unità
prossima».
Conseguentemente:
al medesimo capoverso, aggiungere, in fine, il seguente comma:
«3. Alle liste che non rispettino i requisiti
previsti al comma 2 in merito all'alternanza ed alla rappresentanza di genere,
il rimborso per le spese elettorali di cui alla legge 3 giugno 1999, n. 157,
e successive modificazioni, viene ridotto del 10 per cento per ogni violazione,
in misura direttamente proporzionale al numero delle violazioni, fino ad un
massimo del 50 per cento».
24 ottobre 2005
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