Osservatorio di genere


Fecondazione assistita: firma per il referendum! Stampa E-mail
È iniziato il mese di settembre, e ci sono meno di trenta giorni per raccogliere almeno altre 400.000 firme

Per la libertà di ricerca, per la libertà di scienza e di coscienza, per la speranza di una cura e per la libertà e il diritto a concepire con responsabilità e amore anche in provetta, occorre l'ultimo grande sforzo da parte di tutti. Sono cinque i quesiti referendari su cui si stanno raccogliendo le sottoscrizioni: uno abrogativo totale (promosso da Radicali italiani e dall'Associazione Coscioni, con l'appoggio di Rifondazione Comunista, Sdi, Di Pietro, Repubblicani europei, Nuovo Psi, Uil e PdCI) e altri quattro parzialmente abrogativi (promossi da moltissimi parlamentari dei Ds, rappresentanti di quasi tutte le componenti di partito, dalla Cgil, dalle Associazioni "No alla legge 40", dal PRI, da esponenti di Margherita, Verdi, PdCI e dagli stessi Radicali italiani e Associazione Coscioni). Questi riguardano rispettivamente le norme che comportano rischi per la salute della donna, che vietano la fecondazione eterologa, che impediscono la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali e infine che affermano i diritti del concepito.

Molti intanto sono gli appuntamenti previsti e svolti in questi giorni nelle varie feste di Liberazione, dell'Unità e un po' in tutta Italia. Fra questi segnaliamo quelli per la raccolta firme a Palermo: mercoledì 1 settembre davanti al teatro della Verdura (via Del Fante) dalle ore 19.30 in poi; nei giorni che vanno dal 3 settembre a sabato 11 settembre, e da lunedì 13 a sabato 18 settembre in via Ruggero Settimo angolo via P.pe di Belmonte dalle ore 17.00 alle 20.30. Infine, venerdì 3 settembre alle ore 10.00 si svolgerà una conferenza stampa presso i locali della sezione Libertà dei DS (Via Agrigento, 41).

Arcidonna ritiene che la legge sulla procreazione medicalmente assistita sia pericolosa per le donne e umiliante per la comunità medica e scientifica.
La legge
• riconoscendo soggettività giuridica all’embrione, attacca l’autodeterminazione delle donne e rischia di mettere in discussione anche la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza;
• riducendo a tre il numero degli embrioni da impiantare e proibendone la conservazione mette a rischio la salute delle donne, perché il divieto riduce la possibilità di riuscita e costringe le donne a pesanti interventi sul proprio corpo;
• imponendo l’impianto dell’embrione anche se gravemente malformato, esercita una violenza inaudita;
• ponendo limiti ingiustificati alla ricerca medica e scientifica per la cura di gravi patologie, mette a rischio le prospettive di contrasto alla loro diffusione.

Per approfondire il tema, consulta la sezione "Donne e..."


2 settembre 2004

 

 
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