La Turchia libera la pasionaria kurda |
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Candidata al Nobel per la pace, si è sempre battuta per la fraterna convivenza del suo popolo e di quello turco
Dopo 10 dei 15 anni di galera alla quale era stata condannata per “terrorismo
e separatismo”, Leyla Zana è finalmente
libera. Nel 1991 la giovane kurda neoeletta al
parlamento turco, subito dopo avere letto la formula del giuramento che
dà effettività al mandato, legge in turco e in curdo la seguente
dichirazone: “Sona stata obbligata ad adempiere alla formalità
richiesta. Io lotto per la fraterna convivenza del
popolo curdo e del popolo turco in un quadro democratico”. In quell’anno
fare una dichiarazione simile in Turchia equivaleva a un atto terroristico,
e per questo motivo le fu inflitta la galera (pena confermata fino a due mesi
fa!).
Fra il 1991 e il 1994, l’anno in cui le fu revocata l’immunità
e fu arrestata, Leyla Zana ha viaggiato per l’Europa e gli Usa per far
conoscere la causa kurda. Il suo impegno ha avuto un notevole ascolto, come
dimostara il premio Sakharov e la candidatura al premio
Nobel per la pace. “È un eroina” commentò Mitterand,
dopo aver ascoltato la storia dell’analfabeta
contadina kurda che per amor della libertà del suo popolo impara a leggere
e scrivere e lotta fino a quel giorno del 1991. Dopo quella clamorosa
dichiarazione, tre brevi ma intensi anni per far conoscere meglio a tutto il
mondo lo stato di arretratezza dello stato Turco in materia di diritti civili,
e poi dieci anni “terribilmente dolorosi”.
Oggi la Turchia incalzata dalla UE libera Leyla Zana e tre suoi compagni di
lotta.
La Turchia vorrebbe entrare a far parte dell’Unione europea e per questo
motivo si sta adeguando alle richieste europee. In Turchia però ci sono
ancora molti prigionieri politici e recentemente la polizia ha arrestato giornalisti
e attivisti kurdi “come misura precauzionale” in vista del vertice
Nato che a fine mese si terrà a Istambul.
Se la Turchia vuole entrar a far parte dell’UE
ha bisono di molte donne come Leyla Zana: libere e combattive.
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