Dal quotidiano L'Unità di oggi l'articolo di Valeria Ajovalasit, Presidente nazionale Arcidonna, sul governo Prodi. Stasera la Presidente sarà ospite della trasmissione 8 e mezzo di Giuliano Ferrara, in onda alle 20.30 su LA 7, per commentare il nuovo esecutivo.
Siamo franche e dirette come sempre: questo governo
Prodi non ci piace per nulla. Dove sono le competenze
innovative, le esperienze maturate nel sociale, le riflessioni più avanzate
della cultura di genere?
E dove sono i numeri assicurati sino a poche ore prima dalla dichiarazione ufficiale
relativi a una presenza decentemente europea di donne nel nuovo esecutivo?
Eppure Arcidonna con la sua prima lettera aperta, pubblicata da l’Unità
lo scorso anno , aveva stimolata in Prodi una risposta inequivocabile di adesione
e di impegno. Eppure proprio le elettrici hanno fatto la differenza nel durissimo
agone elettorale e nel risicato esito dello stesso.
Le ragazze e le donne meridionali in particolare hanno saputo spingersi in prima
linea contro clientele, patriarcato e mafia. In Sicilia è il corpo femminile
di Rita Borsellino che guida e interpreta il riscatto, la forza del cambiamento
e la speranza del Sud.
Siamo deluse, anzi arrabbiate dal continuo spreco di energie intelligenze e
progetti di cui donne e giovani generazioni sono portatrici, utili solo in campagna
elettorale e poi invisibili nei luoghi della decisione e del potere.
Presidente Prodi, tra le sue ministre il portafoglio
lo assegna soltanto ad una!
Sono forse meno affidabili le donne, oppure il manuale Cencelli ancora oggi
in vigore, deve per forza imporsi contro la domanda espressa dal Paese, oltre
che contro le direttive europee e la Conferenza delle Nazioni Unite di Pechino
+ 10?
La risposta è che purtroppo continuiamo a essere, in Italia, ancora indietro
di decenni.
Abbiamo condiviso la sua ammirazione, presidente Prodi, per i governi africani
che vedono tante donne protagoniste e abbiamo davvero creduto che l’obiettivo
della democrazia paritaria fosse da lei condiviso, come continuava ad affermare.
Certo non speravamo che si realizzasse subito integralmente la lezione spagnola
o dei paesi nordici. Ma ciò che vediamo oggi è al di sotto delle
più pessimistiche previsioni.
La gravità della situazione italiana, (crescita zero, scarsa competitività,
alto tasso di disoccupazione in particolare femminile, precarizzazione, arretratezza
del sistema formativo e degli investimenti per la ricerca, ecc.) impone alla
coalizione di centrosinistra il ricorso ad esperienze innovative, ben lontane
dalla auto conservazione delle oligarchie prettamente maschili dei partiti.
Più autonomia, Presidente, più fiducia
nelle energie nuove e vivaci, gioverebbe a chi deve guidare l’Italia in
questa fase difficilissima.
Abbiamo votato per una alternativa al berlusconismo nei programmi, nei metodi
e nei soggetti protagonisti a livello esecutivo e legislativo, che ci salvasse
dalla deriva populista e dal declino economico e sociale. Adesso il sogno, la
serenità e la fiducia rischiano di svanire troppo presto, in assenza
di fatti significativi di rottura con il recente passato.
Davvero, Presidente Prodi, lei crede che questo è
il migliore governo possibile? Davvero lei crede che questo Paese possa risollevarsi
senza ricorrere a piene mani a tutto il suo capitale umano e non solo a metà
di esso?
Valeria Ajovalasit
Presidente nazionale Arcidonna
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