Osservatorio di genere


Arcidonna News Quattro milioni di firme in due mesi
Quattro milioni di firme in due mesi Stampa E-mail
Una dichiarazione di Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna, sull'ottimo risultato della raccolta delle firme per il referendum sulla fecondazione assistita

«È un risultato stupendo: quattro milioni di firme raccolte in poco più di due mesi, estivi per giunta, sono il chiaro segnale che le italiane e gli italiani vogliono discutere di contenuti veri, vogliono dire la loro su temi che toccano la coscienza e che entrano nel merito della libertà etica e dei principi; vogliono ribadire ancora una volta a chiare lettere la necessità che lo Stato mantenga salda la sua laicità, e che quindi mai più si arroghi il potere di legiferare secondo una morale confessionale.
Di fronte a questa evidente manifestazione della volontà delle cittadine e dei i cittadini di partecipare in prima persona alle scelte fondamentali sui diritti, nessun parlamento e tanto meno quello attuale, può immaginare di trovare una mediazione decente. Nessuna modifica, quindi, grande o piccola, vera o finta che sia. Bisognerà andare al referendum perché così hanno voluto insieme le italiane e gli italiani, e senza alcuna paura di spaccare la nazione, come hanno ripetutamente minacciato gli esponenti della maggioranza in queste settimane, perché una scelta voluta dalla gente e dalla Costituzione non può che far bene alla democrazia e alla libertà».

Sono state depositate in cassazione le firme per ottenere la consultazione popolare per l’abrogazione della legge 40/2004, quella sulla fecondazione assistita. La legge, varata con i voti dalla Casa delle Libertà e agevolata dall’astensione di buona parte della Margherita, definisce i limiti del ricorso alle tecniche di procreazione artificiale, vietando, ad esempio, la fecondazione eterologa, e stabilendo in tre il numero massimo di embrioni per ogni impianto. (Clicca qui per scaricare il testo della legge). I referendum contro questa legge che limita in maniera ingiustificata la ricerca scientifica, la libertà di coscienza e il diritto all’autodeterminazione delle donne erano cinque. Quattro chiedono abrogazioni parziali, uno quello promosso dai radicali e dall’Associazione Luca Coscioni ne chiede l’abrogazione totale. E la maggior parte dei cittadini che ha firmato chiede proprio l’abrograzione totale della legge.
Il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone, che parla, a buon diritto di «risultato straordinario, storico», riguardola l’eventualità che la legge venga modificata in parlamento, come si auspicano un gran numero di deputati di entrambi gli schieramenti, avverte: «È solo un pasticcio, e tanto più cercano di fare pasticci, tanto più andremo avanti per difendere il diritto degli italiani a potersi esprimere attraverso il referendum».
La Chiesa, dal canto suo, prima di pronunciarsi ufficialmente dice, per bocca di Monsignor Betori, di aspettare che le firme siano convalidate dalla Cassazione. Ma intanto parlano già di clima antireligioso, e lo fanno sapendo che già questa semplice dichiarazione è un buon mezzo per fare pressione su tutti quei settori del Parlamento che si fanno condizionare facilmente dai desiderata della Chiesa.

1 ottobre 2004

 
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