UE: pari opportunità, obiettivo primario |
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Europa poco competitiva se permangono disparità fra i sessi
Nella nuova relazione della Commissione europea, la
parità fra i sessi in tutti gli aspetti della vita politica, economica
e sociale dell’Unione assume valore imprescindibile. Eppure, siamo
molto lontani dal raggiungimento degli obiettivi stabiliti al Consiglio europeo
di Lisbona del 2000, tra i quali figura l’incremento dell’occupazione
femminile al 60% entro il 2010. I problemi maggiori, del resto, riguardano proprio
il mercato del lavoro: la differenza di stipendio
tra uomini e donne nell’UE è del 16%, anche se tende a ridursi.
Altrettanto negativo il dato relativo al potere decisionale:
solo il 30% delle donne occupano posti dirigenziali. E al Parlamento europeo,
tre quarti dei seggi sono occupati da uomini. Buone invece le percentuali relative
all’istruzione: ad esempio, le donne rappresentano
il 55% dei diplomati in Europa.
L’obiettivo della parità è essenziale, al punto da compromettere
la competitività dell’Unione, qualora la non si realizzasse nei
tempi previsti. È per questo che si ricorrerà ai fondi strutturali,
in particolare al Fondo sociale europeo.
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