Il documento firmato dal cardinale Ratzinger apre nuovi spazi di confronto. E di scontro.
Dissezione di un animale in via di... espressione:
la donna.
Potrebbe essere questo il titolo della lettera ispirata dal Papa, firmata dal
cardinale Ratzinger e pubblicata pochi giorni fa. La “lettera
ai vescovi della Chiesa cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della
donna nella Chiesa e nel mondo” sembra infatti essere un’analisi
lucida e lineare del ruolo della donna nella società contemporanea: un’analisi
lontana dai soliti toni intransigenti del Vaticano, e ciononostante, ancora
irremovibile quando si toccano determinati argomenti. Queste 37 pagine, divise
in quattro capitoletti, propongono un nuovo approccio al ruolo della donna quale
alternativa alle due correnti individuate come le più influenti: l’antagonismo
e l’omologazione tra i sessi. Secondo la Chiesa il femminismo tradizionale
denuncia la subordinazione delle donne e suscita conseguentemente un “atteggiamento
di contestazione” che porta alla ricerca di un potere che preserva dagli
abusi del potere stesso. Una tendenza diametralmente
opposta tenderebbe invece a superare qualsiasi questione di supremazia cancellando
le differenze tra i due sessi, che verrebbero considerate il semplice effetto
di un condizionamento culturale. Sempre secondo la chiesa cattolica, tutto ciò
causerebbe danni ancora più rilevanti, quali la parificazione di eterosessualità
e omosessualità, che creerebbe promiscuità sessuale e minerebbe
il ruolo della famiglia.
Il testo esalta invece la distinzione tra i sessi che consente di esprimere
al meglio quella naturale disposizione verso “l’altro-da-sé”
che caratterizza ogni creatura umana, e in particolar modo il genere femminile,
ma qui il testo diventa un’arma a doppio taglio,
perché mentre esalta l’amore, ne fissa i limiti entro il rapporto
“sponsale”.
Inoltre si afferma la possibilità per la donna di avere accesso a posti
di responsabilità e che il lavoro svolto dalla donna nella famiglia venga
giustamente valorizzato, anche a livello economico, per essere del tutto libere
di scegliere tra la famiglia e la carriera, senza che l’optare per l’una
o per l’altra causi una situazione di stress o un senso di mortificazione.
Tuttavia si sottolinea anche che “La donna conserva l’intuizione
profonda che il meglio della sua vita è fatto di attività orientate
al risveglio dell’altro, alla sua crescita, alla sua protezione”,
affermazione che fa pensare molto più al suo ruolo di moglie e di mamma
che di manager.
Insomma, questa lettera mostra una Chiesa sempre meno
intollerante verso la società contemporanea, e tuttavia le sue aperture
suscitano ancora forti perplessità in chi, come Emma Bonino afferma che
“essa parla ad un mondo che non esiste”.
04/08/04
Elisabetta Affatigato
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