Riflessioni (a caldo) dopo la proposta del Senatore Gentile e le dichiarazioni del ministro della sanità Sirchia
Una calda domenica di agosto, una come tante, l’otto per l’esattezza,
leggo su La Repubblica un titolo che mi fa sudare freddo: “La donna paghi
per l’aborto-bis” …?!. Ok, calma, mi dico, vediamo di che
si tratta.
Il senatore forzista Antonio Gentile (il nome
non mi è nuovo, ma cos’è che ha già combinato questo
qua?) propone: un ticket pari alla metà del
costo dell’interruzione volontaria della gravidanza, dopo la prima gratuita,
seguito dal pagamento intero per gli interventi successivi. Ma solo per le fasce
sociali con un reddito alto.
Stop! Non credo che il senatore voglia far cassa o minare la 194 con una proposta
così stupida, avrà preso un colpo di sole. Continuiamo a leggere.
E no, è convinto! Sentite: “Presenterò la proposta di legge
come primo firmatario al ministro della salute Girolamo Sirchia alla ripresa
dei lavori parlamentari. Fino a ora ho raccolto l’adesione di una ventina
di senatori di Forza Italia e Alleanza nazionale […] ”.
Per un attimo ho temuto il peggio: io già mi immaginavo Buttiglione capitanare
la nuova crociata clericale contro la dignità delle donne e i diritti
civili. Già mi giravano le ***** ma continuando a leggere mi tranquillizzo.
I pochi politici che stanno a sentire Gentile sono nettamente contrari e il
ministro Sirchia, stando sempre a quanto scrive La Repubblica, preferisce non
far alcun commento.
Ma certo! il senatore Antonio Gentile è quello che l’anno scorso
aveva avanzato la candidatura di Berlusconi al Nobel per la pace. Poverino,
non gli si può dare addosso più di tanto. Anzi, qualcuno dovrebbe
aiutarlo. Sirchia ha fatto bene a non alzare un polverone, chi sa, magari gli
consiglia qualche medico per una proficua chiacchierata.
Il caso è chiuso, mi dico. E invece mi sbagliavo…
I giorni seguenti leggo che Sirchia non condivide
lo strumento individuato da Gentile ma ne apprezza l’intenzione perché
comunque porrebbe l’accento su aspetti problematici della legge che disciplina
l’interruzione volontaria della gravidanza, “che a distanza di tempo
è rivedibile” … Mi rassegno, questi giorni d’agosto
si suda freddo.
Prendo un attimo di pausa e poi mi lancio alla ricerca di dichiarazioni e prese
di posizioni. Di una in particolare. Alessandra Mussolini, Rosanna Boldi della
Lega, il ministro per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo e persino
Bondi, sono contrari a rivedere la 194 e ricordano tutti che da quando è
in vigore gli aborti sono diminuiti. Ma la dichiarazione che cercavo non c’è.
Il mio sguardo comincia a saltare velocemente da un rigo all’altro, da
una pagina all’altra, fino a quando ho tre giornali aperti contemporaneamente.
Buttiglione dell’Udc, porca miseria, dov’è, dove si è
cacciato?!
Già, perché per chi non lo ricordasse, Buttiglione
è quello che nell’agosto del 2001 disse: “cambierò
la legge sull’aborto a costo di lasciare il governo, per noi è
più importane della devolution”.
Ma Buttiglione questa volta ha taciuto. Il brutto di questo silenzio è
che non so quanto possa essere rassicurante. In teoria per tutto l’Udc
dovrebbe valere quanto ha dichiarato il capogruppo alla Camera Luca Volontè,
che ricorda la volontà popolare che fu espressa con il referendum e si
auspica che la legge 194 venga applicata integralmente. Ma io continuo a non
fidarmi.
Tutto sommato siamo pur sempre in Italia, niente di strano che l’idiota
sparata di Gentile sia stata usata come un ariete per riapre la porta che tiene
separato la laicità dello Stato dalla confessionalità di stampo
cattolica. La tecnica del resto è già stata sperimentata. Si approfitta
delle ferie estive e della compiacenza di qualche politico di secondo piano
per creare scompiglio e lanciare segnali.
Io già me lo vedo – Buttiglione, ovviamente – che in privato
si sfrega le mani e pensa a quando e come potrà capitalizzare ai suoi
fini quello che di buono – dal suo punto di vista – ha provocato
la proposta di Gentile e le dichiarazioni di Sirchia. A Buttiglione e compagni
non sarà di certo sfuggito il plauso al ministro
della sanità espresso dal Cardinal Tonini. C’è da
scommetterci, in una maniera o nell’altra si metteranno all’opera.
Io non credo che in questo frangente ci si qualcuno seriamente convinto che
la 194 possa essere cambiata significativamente, ma di fatto in molte regioni
si assiste a una sorta di tacito boicottaggio che non può che giovarsi
di episodi del genere.
Dopo le dichiarazioni di Sirchia è bene ricordare
che il più del 65% dei ginecologi è obiettore di coscienza, che
Storace in Lazio ha fatto chiudere 21 reparti di interruzione volontaria di
gravidanza, che i consultori previsti dalla 194, di fatto, sono in via di smantellamento
e che vorrebbero essere trasformati in strutture che funzionino come strumento
di dissuasione. In Lombardia, Lazio, Marche, Veneto e Basilicata, tra gli strumenti
dissuasivi sono previsti pure bonus in denaro per chi non abortisce e la dilatazione
dei tempi di visita fino allo sconfinamento dei termini previsti dalla legge.
Sotto la generale levata di scudo in difesa della 194 questo è quello
che realmente si muove: il boicottaggio di un diritto civile.
Chiaramente per saper cosa pensa Buttiglione c’è tempo. Al rientro
delle ferie le occasioni non mancheranno. Purtroppo.
10 agosto 2004
Vittorio Greco
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