Gender Observatory


Donne e politica, binomio imperfetto? Print E-mail
There are no translations available.

Le rappresentanti al potere, nel mondo, sono poco più del 15% degli eletti, malgrado il loro peso economico crescente. In Africa solo ora iniziano a emergere sulla scena politica. La Liberia avrà il primo presidente donna. E in Italia si discute ancora di "quote rosa". Arcidonna sul DDL del Ministro Prestigiacomo.

Il primo presidente donna dell’Africa è stato eletto in Liberia e prenderà le sue funzioni in gennaio. I risultati non sono ancora ufficiali, anzi sono solo parziali, ma ad oltre metà dello spoglio dei voti la sessantatreenne Ellen Johnson-Sirleaf, economista laureata ad Harvard, sta superando di almeno 13 punti percentuali il suo antagonista, l’ex stella del calcio George Weah. Un divario difficile da colmare. Alla vittoria di Ellen Johnson-Sirleaf hanno contributo soprattutto le donne. Il grande merito del primo presidente africano donna è stato quella di aver unificato la parte femminile delle varie tribù della Liberia, da sempre in lotta per la supremazia. Per lei hanno votato donne kran, mandingo, kru, gola e di tutte le altre etnie indigene e persino le donne congo, la tribù “importata”, quella cui appartengono i discendenti dalle famiglie di schiavi liberati che rientrarono dall’America in Africa nell’800. La sfida più grande? Ellen sorride felice. «Quella di battere la povertà, con il contributo di tutti i gruppi etnici. Speriamo che gli uomini non remino contro.»
Il tutto avviene mentre in Italia è ancora aperta la battaglia per le "quote rosa". Si attende la discussione al Senato della legge elettorale che non contiene alcuna norma antidiscriminatoria e che pertanto non è in grado di rappresentare equamente le donne e gli uomini italiani. “Temiamo che a seguito del mandato ricevuto oggi dal Consiglio dei Ministri, l’on. Prestigiacomo possa limitarsi a riproporre i contenuti dell’emendamento sulle quote rosa già bocciato dalla Camera dei Deputati. Se così sarà, verrà sostanzialmente tradito lo spirito dell’art. 51 della Costituzione e disattesa la domanda di cambiamento espressa dal Paese’, ha dichiarato oggi Valeria Ajovalasit, Presidente di Arcidonna.

Per Arcidonna le liste non conformi ai nuovi criteri dovranno essere giudicate inaccettabili, eliminando del tutto la possibilità di presentazione ed escludendo quindi l’ammissibilità a fronte del pagamento di un’ammenda. La quota di rappresentanza di genere non dovrà essere inferiore a quanto previsto dall’Unione europea (33%). Tale quota dovrà essere applicata in lista con modalità di alternanza, soprattutto alla luce della nuova legge elettorale che non consente l’indicazione di preferenza.
Senza tali accorgimenti qualsiasi intervento avrebbe effetti nulli, riducendo il provvedimento a una mera operazione di facciata.
Che dire.
In bocca al lupo a Ellen Johnson-Sirleaf.


11 novembre 2005


 
Torna su