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Arcidonna News Fatima, la maestra col velo - le polemiche e la soluzione della vicenda
Fatima, la maestra col velo - le polemiche e la soluzione della vicenda Print E-mail
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Marzo 2004

Il caso che ha riaperto in questi giorni il dibattito sul velo, è quello di Fatima Mouyache, marocchina, madre di due figli e da dodici anni in Italia, a cui è stato vietato di partecipare a uno stage di tirocinio in un asilo privato di Samone (To), perché portava il velo.
A sostegno della decisione il regolamento della cooperativa, Miele&CriCri, che gestisce la scuola, e i genitori dei bambini. Una madre ha detto a un giornalista di Repubblica: “Il velo poteva spaventare i bambini”. Debole come giustificazione, spaventoso il retroterra culturale.

Il divieto tuttavia ha fatto presto intervenire in prima persona il ministro dell’Interno Beppe Pisanu, che ha affermato che il “il velo islamico, portato dignitosamente e senza nessuna ostentazione, è soltanto il simbolo innocuo di una identità culturale e religiosa che merita tutto il nostro rispetto”.
A difesa di Fatima, sono scesi in campo anche il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, Rifondazione comunista con Luana Zanella, il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, Gianfranco Fini, il presidente del Senato Marcello Pera, il sindaco di Ivrea Fiorenzo Grijuela (Ds) e il vescovo di Ivrea Arrigo Miglio.

L’intervento dei politici ha dato subito i suoi positivi risultati: da lunedì prossimo, Fatima inizierà lo stage in un’altra scuola, nell’asilo comunale di Ivrea.
Eppure restano ancora tensioni e timori. In questi giorni il consorzio Forum, organizzatore del corso per educatrici dell’infanzia, a cui ha preso parte Fatima, ha ricevuto molte telefonate minatorie. Mentre il comune di Samone teme che l’evento possa ora scatenare la reazione di qualche esaltato musulmano.

Gli avvenimenti internazionali, i provvedimenti legislativi di paesi come la Francia, a favore del divieto del velo nelle scuole, le tensioni locali fra italiani ed extracomunitari rendono purtroppo difficile accettare e comprendere che l’unica strada da seguire per eliminare contrasti, scontri e paure è quella della tolleranza e della convivenza civile.


Ritorna in classe Fatima Mouayche

Una settimana dopo le polemiche, a Samone il sindaco di Ivrea trova una nuova scuola per il tirocinio

L’hijab che ha scelto di indossare Fatima Mouayche questa mattina è di colore beige. Si è presentata alle 9 all’asilo nido “Adriano Olivetti” di Ivrea per ricominciare la sua formazione professionale. La direzione dell’asilo l’ha accolta insieme ai genitori e ai bambini, che si sono mostrati curiosi e non impauriti, attratti più che respinti dal velo. Due di loro le hanno chiesto di toccarlo. Solo trenta chilometri di distanza da Samone per ritrovare una convivenza possibile tra civiltà diverse: “Credo” dice Fatima “che la mia storia sia servita a confrontarsi con il problema dell’integrazione tra culture diverse”.
A Samona si prova a correggere il tiro, il razzismo non c’entra con il velo, a rendere impossibile la pratica professionale a Fatima è stato uno stupido regolamento d’istituto che prevedeva “per tutte le maestre il grembiule e i capelli raccolti”.
Il sindaco di Ivrea Fiorenzo Grijuela per ridare speranza a Fatima, e ricostruire un clima di fiducia tra la collettività si è trovato invece ad applicare solo “un po’ di sano buon senso”.
“Non è il velo che spaventa” dice Simona Torrero, mamma di un bambino di Ivrea “ma le reazioni che sono nate da questa vicenda. L’importante, comunque, è che lei, l’educatrice, non faccia mai religione in classe”. Come questa altre mamme hanno manifestato e dichiarato la loro assoluta disponibilità e apertura verso Fatima, educatrice di religione musulmana.

Claudia Di Pasquale

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