Il velo in classe |
There are no translations available. In certe società le donne sono obbligate a indossarlo, in altre al contrario viene loro vietato: quando non è né una costrizione né un divieto, il chador può invece diventare simbolo di scelte consapevoli e di convivenza fra religioni differenti Carmela Tramontana, quarantatre anni, è un’insegnante. E fin qui nulla di strano. È originaria di Acireale, ma da diciotto anni insegna presso la scuola elementare Carlo Collodi di Reggio Emilia. E anche qui, niente di insolito. Quello che risulta un po’ fuori dal comune è il fatto che ogni giorno lei entri in classe con il velo. Carmela Tramontana, infatti, era cristiana, ma si è convertita alla religione musulmana dopo aver sposato un musulmano di origine egiziana. Nessuna costrizione alla conversione da parte del marito, e nessun cambiamento traumatico, visto che, a suo avviso le due religioni presentano molti punti in comune. L’insegnante catanese ha semplicemente scelto la religione musulmana, in quanto sembra averle dato delle risposte che non riusciva a trovare nella religione cristiana. Soprattutto il cambiamento non ha minimamente pregiudicato gli ideali in cui credeva e crede, e che continua ad insegnare insieme all’italiano e alla storia: la famiglia e la dignità della persona. Il suo velo è per lei un segno distintivo, come lo è la croce appesa al muro della maggior parte delle classi italiane; segni che, chi crede nel rispetto degli altri, non discrimina e per le quali nessuno dovrebbe essere discriminato. 2 novembre 2004
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