Forum
Italiano

Salve a
voi tutti, sono la nuova animatrice del Forum Mainstreaming (fra poco
su i vostri schermi) ; mi chiamo Fabienne Rinaldi e sono francese (quindi
ci sarano diverse errori in italiano e in inglese che vi prego di scusare
sin da ora !). Il mio ruolo sarà di inviarvi diversi argomenti di conversazione
in differenti campi tutti più interessanti ovviamente ! Il primo tratterà
dell'uguaglianza di accesso alla politica per le donne e sarà fondato
sulle ultime ellezioni per il municipio svolte in Francia. A presto.
PRIMO
TEMA
25
Marzo 2001 "Pro o contro la legge sulla parità
uomini-donne in politica"
CONTRIBUTI
AL
PRIMO TEMA
RIASSUNTO
PRIMO TEMA
28
Maggio 2001 Riassunto
SECONDO
TEMA
20
Aprile 2001 Movimento "Le Cagne da Guardia"
per lottare contro le ingiurie o altre oscenità rivolte alle donne
politiche
CONTRIBUTI
AL
SECONDO TEMA
TERZO
TEMA
29
Maggio 2001 "Pari salario e Organizzazione
degli orari di lavoro"
CONTRIBUTI
AL
TERZO TEMA
TEMI
PER IL MENTORING POLITICO
02
Maggio 2001 Rapporti
fra vita privata e politica
19
Giugno 2001 Domande
per le mentor
CONSIGLI
DALLE DONNE POLITICHE
PER
IL MENTORING
PRIMO
TEMA
25 Marzo 2001 "Pro o contro la legge
sulla parità uomini-donne in politica"
Al momento della prima applicazione in Francia della legge (http://www.Journal-Officiel.fr)
sulla parità uomini-donne in politica (elezioni dell'11 e 18 marzo
2001), legge che impone ai partiti politici di inserire all'interno delle
liste elletorali per le elezioni comunali un uguale numero di nomi di
donne e di uomini, si ripropone la questione dell'opportunità di
tale legge. Infatti, dobbiamo ricordare che sul voto di questa legge non
c'è stata unanimità (vedi, per esempio, gli argomenti di
Elisabeth Badinter, filosofa, http://www.lemonde.fr).
Diversi punti possono essere dibattuti :
1) Come spiegare che le donne, in Francia, partecipano così poco
alla politica ?
2) Come spiegare che un paese così moderno come la Francia sia
stato costretto a votare una legge finalizzata a garantire una maggiore
partecipazione delle donne alla vita politica ?
3) La politica delle "quote" è un mezzo appropriato per
l'emancipazione delle donne in politica o, al contrario, conduce a considerare
le donne come una minoranza che necessita una particolare protezione (discriminazione
positiva) ?
4) A tal proposito, possono le donne essere considerate come costituenti
una minoranza quando rappresentano numericamente la maggioranza ?
5) Può la legge condurre a un cambiamento della mentalità
?
6) Quale è la forza delle donne in politica ?
CONTRIBUTI
AL PRIMO TEMA
- 10
Aprile 2001
Contributo di Gunilla Sterner (Stockholm)
"penso che i due metodi per aumentare il numero di donne in politica
sono, per l'uno, di mettere un nome di donna per ogni nome di uomo sulle
liste elettorali. Questo comunque è nel potere dei partiti politici.
Pero, se il libro metodo non funziona, si puo' sempre possibile decidere
di votare una legge con delle "quote" come è stato
fatto in certi paesi come la Francia, per le elezioni comunali, e l'India
al livello locale. C'è anche bisogno di mentori e reti tra le
donne in politica finché conservare una forza nonostante tutte
le resistenze. C'è anche bisogno di organizare delle condizione
di lavora per gli uomini e per le donne, come organizare i meetings
in giornata, dando la possibilità di essere un politico e, anche,
una madre e un padre."
questo
messaggio ci permette di riflettere sulle modifiche necessarie all'aumento
della ciffra delle donne in politica : numerosi problemi impediscono
alle donne di entrare in politica, come il controllo esercitato dai
partiti politivi e, anche, gli orari di un politico che sembra ostacolare
la vita di famiglia... pero, sto pensando che in altre professioni
gli orari di lavoro so importanti e, nonostante cio', le donne sono
diventate medici, ingegniere, ecc., avendo una vita di famiglia. Quindi,
la politica riunisce troppi problemi ? le donne vogliono veramente
entrare in politica ? Gli uomini vogliono che le donne entrino in
politica ? Le donne sono pronte a combattere per essere riconosciute
come pari a gli uomini in questo campo ? (hanno combattuto per il
dirito di votare, rimane a combattere per essere elette ?)
Sono cuirosa di conoscere la situazione delle donne nella politica
in ogni paese (se possibile). Sarebbe molto interessante ricevere
delle informazioni sull'esistenza di gruppi che intendono aumentare
il numero delle donne in politica e questo per tutti i paesi !
-
12
Aprile 2001
Contributo di Gunnel Sjöstedt Karlsson, County Administration
of Stockholm
1) [domanda
: Come spiegare che le donne, in Francia, partecipano cosí
poco alla politica ?] Non so quello che è per la Francia,
mar per la Svezia penso a qualche raggione :
- responsabilità familiari
- condizione di vita in politica decise da gli uomini e no dalle donne
- costumi
- ecc
2) [domanda
: Come spiegare che un paese così moderno come la Francia sia
stato costretto a votare una legge finalizzata a garantire una maggiore
partecipazione delle donne alla vita politica ?] In Svezia, avevamo
una Carta governativa mirando a aumentare il numero di donne in politica
e al Parlamento. Si intitolava, più o meno, " Every second
a lady " e il testo conteneva un certo numero di azioni adatte
a modificare l'equilibrio tra donne e uomini in politica. Non pensevamo
essere un paese che poteva vantarsi di conoscere una parità
di genere visto che c'erano cosi' poche donne in politica ! E' importante
per la democrazia che le donne e gli uomini siano rappresentati in
un uguale numero negli organi de decisione. Viste che la maggior parte
delle società sono governate con un sistema di discriminazione
contro le donne - Regola n° 1 : esiste una gerarchia tra i generi
in cui l'uomo occupa una posizione dominante, la donna essendo messa
in una posizione subordinata (NOTA : non si trata necessariamente
dei casi individuali ma della struttura delle società). Regola
n° 2 : ci sono delle regole/nascoste/ che distinguono tra uomini
e donne. Quello che le donne fanno vale meno di quello che gli uomini
fanno, ecc. - dobbiamo adottare delle misure positive finché
cambiare il sistema. La Svezia ha ora una importante proporzione di
donne al Parlamento e negli organi eletti al livello regionale e locale,
in parte grazie a esempi, i partiti politici hanno inscritto sulle
liste elettorale un numero pari di nome di donne e di uomini.
Sfortunatamente in proporzione insufficiente, i giovani politici,
fra cui donne, devono lottare fortamente per essere ascoltati quando
i politici più anziani decidono del calendario. Per rispondere
alla domanda di sapere perché un paese come la Francia ha dovuto
votare una legge per fare si' che le donne partecipino alla politica,
non penso che delle modifiche nella struttura del potere possano avvenire
senza delle misure positive. Anche quando, impiegherebbe troppo tempo.
Questo non vale soltanto per la Francia ma anche per tutte le società
moderne quando il sistema di discriminazione contro le donne procede
ogni giorno !
3) [domanda
: La politica delle "quote" è un mezzo appropriato
per l'emancipazione delle donne in politica o, al contrario, conduce
a considerare le donne come una minoranza che necessita una particolare
protezione ?] Penso che la politica delle " quote "
è il mezzo più rapido per cambiare la situazione attuale.
Visto che gli uomini benefiscono di una discriminazione positiva ogni
giorno e in ogni occasione, incosciamente e nel sistema di discriminazione
contro le donne, dobbiamo provare di applicare le stesse regole finché
impostare un equilibrio.
4) [domanda
: A tal proposito, possono le donne essere considerate come costituenti
una minoranza quando rappresentano numericamente la maggioranza ?]
Anche se le donne rappresentano più della metà della
populazione, il sistema di discriminazione contro le donne ci piazza
in una posizione subordinata e questo deve essere cambiato da noi,
con l'aiuto di uomini e di donne che capiscono questo, grazie alle
legge, grazie alle Carte governative, grazie a delle azioni per la
Parità dei generi ecc. Le norme che conviene applicare ai gruppi
sobordinati sono le stesse di quelle che devono essere applicate ai
gruppi " minoritari ". Come potremmo spiegare che ci sia
cosi' poco di donne tra gli organi di decisione ? I gruppi subordinati
incontrono dei ostacoli : la " fissazione di un massimo "
nella carriera, diverse tecniche per mantenere in posizione di inferiorità,
meno importanza e meno valore datte alle azioni dei gruppi ecc.
5) [domanda
: Puó la legge condurre a un cambiamento della mentalità
?] Si', nelle mentalità di molti, ma non in tutte !
6) [domanda
: Qual è la forza delle donne in politica ?] Preferisco
non parlare della forza delle donne e degli uomini - ogni donna e
ogni uomo sono cosi' diversi nel proprio genere. Penso soltanto che
le donne rappresentano la metà della populazione e poiché
le donne e gli uomini vivono l'uno accanto all'altro spesso seguendo
delle regole e delle condizioni di vità cosi' diverse, è
il principio stesso della democrazia che richiede che donne e uomini
dispongono de dirito di farsi sentire nella società. Una conseguenza
della diversità dei modi di vivere tra donne e uomini é
che essi hanno uno sguardo diverso sui soggetti di società,
quello che condurebbe a una migliore società per tutti se potessimo
tutti dire la nostra !
- 26
Aprile 2001
Contributo di Julie Parrish, IEA
Islington Enterprise Association (Londra)
1) [domanda
: Come spiegare che le donne, in Francia, partecipano cosi poco alla
politica ?] Come abbiamo imparato dalle precedente Ricette, questo non
accade soltanto in Francia.
2) [domanda
: Come spiegare che un paese così moderno come la Francia sia
stato costretto a votare una legge finalizzata a garantire una maggiore
partecipazione delle donne alla vita politica ?] Dobbiamo essere realisti,
in un mondo ideale e uguale per tutti non ci sarebbe bisogno di legge
per governare la società. E penso che non è realiste sperare
che, un giorno, ci sarà un campo di uguaglianza soltanto grazie
al comportamento umano. Nelle società, nelle culture, sono le
norme che influenzano quello che riteniamo accettabile e non accettabile.
L'essere umano evolve e all'interno di quest'evoluzione ri-pensiamo
i nostri comportamenti per rendere certe situazioni accettabili.Ci sarà
sempre bisogno di controllare le situazioni - per mantenere l'ordine.
In principio, la legge permette di istituire delle regole, esse offre
delle basi per codi di comportamento. Spesso la legge esiste per correggere
le cose che vanno male, per sostenere le basi delle società (l'etica
e la morale). Quindi, spesso, le leggi sono votate per aiutare e per
proteggere - spesso i più vulnerabile della società. Ovviamente
le leggi possono essere non rispettate ma almeno si ci può appoggiare
per raddrizzare la situazione.
Nella mia opinione è fondamentale che paese come la Francia o
l'Inghilterra abbiano delle leggi che cercano di cambiare la società.
3) [domanda
: La politica delle "quote" è un mezzo appropriato
per l'emancipazione delle donne in politica o, al contrario, conduce
a considerare le donne come una minoranza che necessita una particolare
protezione ?] Ogni misura positiva può essere un'arma a doppio
taglio. Da un lato, l'azione positiva permette di attirare l'attenzione
di una parte sempre più grande della popolazione sul problema,
di imporre un nuovo equilibrio e di lavorare per una rappresentazione
uguale. Dall'altro, esiste il rischio che i più cinici dicano
"questa donna ha ottenuto il lavoro soltanto perché è
una donna". La pratica ha dimostrato che le azioni imposte alla
gente/alle organizzazioni/istituzioni possono essere viste in un modo
negativo e essere rigettate. L'argomento deve essere discusso in una
larga arena, a più livelli, e contemporaneamente deve emergere
un'organizzazione abbastanza potente per fare sì che una donna
ottenga un lavoro perché viene essere riconosciuta come la più
brava. Le persone devono prima sentirsi sicuri per, dopo, potere nutrire
ancora più sogni.
Dobbiamo essere realisti, le donne sono in minoranza nella politica,
quindi ovviamente è bene incoraggiare i partiti politici, grazie
alla legge o rendendoli vergognosi, a andare verso un maggior equilibrio.
Ma se ci deve essere sempre problemi di "richiesta e offerta"
allora il problema persisterà.
4) [domanda
: A tal proposito, possono le donne essere considerate come costituenti
una minoranza quando rappresentano numericamente la maggioranza ?] Se
guardiamo alle statistiche è vero che le donne formano la maggioranza
della popolazione, anche se questo è una tendenza fra le donne
più grande. Il fatto che le donne abbiano sempre avuto un incarico
tradizionale nel campo della carriera e il fatto che la vita politica
richiede molto tempo possono spiegare che le donne entrano poco in politica.
Si deve anche prendere in conto il tipo di donna che può entrare
in politica : possono aspirare di più a questa tipo di carriera
le donne che vengono da una fascia sociale alta.
5) [domanda
: Può la legge condurre a un cambiamento della mentalità
?] La legge può influenzare l'opinione. Cambierà le cose
? Le donne hanno combattuto forte in Inghilterra per accedere al diritto
di votare. Forse l'attuale lotta è quella dell'uguaglianza in
politica - il futuro ce lo dirà.
6) [domanda
: Qual è la forza delle donne in politica ?] Le donne hanno un
modo diverso di vedere le cose, secondo la mia esperienza. Le donne
tendono a essere dei migliori comunicatori e lavorano meglio in equipe.
In oltre, sono più sensibile, quello che deve essere considerato
come una forza e no come una debolezza. E' molto importante di avere
delle donne che rappresentano il punto di vista femminile. Ormai, abbiamo
un Ministro delle Donne e un'Unità delle Donne.
Julie
Parrish raccomanda di visitare il sito : www.womens-unit.gov.uk
- 26
Aprile 2001
Contributo di Maria José Nicolás
Penso
che quello che sta succedendo in Francia - di cui è risultata
una regolazione legale della partecipazione femminile alla politica
- Stia accadendo anche in Spagna e, specialmente, in Murcia.
Le donne partecipano difficilmente alla politica perché non conosciamo
il percorso per essere candidate.
I partiti politici sono delle macchine complicate e sconosciute per
la maggior parte di noi, e l'opportunità di entrare in questi
partiti dovrebbe esserci data dandoci delle informazioni sulle attività
che si svolgono.
Dovremmo richiedere la partecipazione di più donne nei partiti
politici, specialmente quelle che già fanno parte di associazioni
o organizzazioni sociali, culturali e economiche. Queste donne potrebbero
portare la loro esperienza e le loro opinioni.
Comunque, non penso che la legge sia il migliore mezzo per aumentare
la partecipazione delle donne alla politica perché corriamo il
rischio di ottenere l'effetto contrario cioè di apparire nella
società come delle persone deboli che vogliono trionfare sugli
uomini, e questo potrebbe causare ancora più avversione.
Vorrei che le donne fossero motivate a partecipare grazie a una buona
informazione, vorrei che gli uomini non vedessero noi come delle avversarie
o delle competitrici ma come delle collaboratrici, e vorrei un buono
allenamento per fare sì che le donne siano meglio preparate.
Saluti,
Maria José.
- 03
Maggio 2001 Risposta
di Gunilla Sterner almessaggio di Maria José Nicolas
Sono d'accordo quando dite che le donne devono lavorare al di fuori
e all'interno dei partiti politici. In Svezia, la raggione per la quale
i partiti hanno alla fine fatto delle liste presentando tanti nomi di
donne quanti di uomini, alternandoli, è che, da un gruppo di
donne, veniva una minaccia di costituire un partito politico per le
donne. Questo partito avrebbe ottenuto molti voti espressi dalle donne,
come ci ha insegnato l'esperienza dell'Islanda e della Norvegia. Attualmente,
disponiamo di esperti nel campo dell'uguaglianza dei generi all'interno
delle amministrazioni locali che possono aiutare i gruppi di donne rimaste
all'esterno. Ma, non abbiamo una opposizione aperta nei riguardi delle
donne politiche in Svezia, questa è più sottile.
- 04
Maggio 2001
Contributo di Rosa Peñalver Cuotas
Do qui alcune riflessioni e informazioni sul soggetto della "partecipazione
delle donne alla politica", riferendomi all'esempio spagnolo che
conosco meglio.
1.
La politica delle quote è un mezzo addattato per fare aumentare
la ciffra delle donne che partecipano al processo politico ?
In
Spagna, non esiste nessuna legge sulle quote alla quale i partiti politici
sono sottoposti, ma i partiti di sinistra (PSOE et IU, 1998) hanno preso
l'impegno di una presenza femminile di 25% e 30% sulle liste elettorali.
Cosi' è avvenuto un cambiamento dentro il nostro Parlamento (Congreso
de los Diputados) visto che in 20 anni siamo passati di 6% a 17% di
presenza femminile alle elezioni dove sono state imposte le quote.
Le
quote interne ai partiti sono riuscite a fare aumentare il numero di
donne nelle assemblee elette. Pertanto, si deve prestare attenzione
a i diversi sistema di elezione in ogni paese. Se ci interessiamo all'uguaglianza
di genere, è essenziale osservare la posizione in cui appagliono
i nomi delle donne sapendo che la scelta migliore consiste nell'alternare
i nomi degli uomini e i nomi delle donne.
Nel
caso della Spagna, i partiti politici della destra hanno criticato i
partiti di sinistra per la loro scelta di presentare delle liste composte
di nomi di uomini e di donne in uguaglianza. Dicevano che nei loro partiti,
le donne competente non avevano bisogno di quota e che raggiungevano
i posti di decisione da sole. Pero questo non è vero, in più
questo implica che gli uomini candidati al Parlamento (94%) sono perfetamente
qualificati essendo giusto loro stessi poichè nessuno nega che
abbiano tutte le quote.
Malgrado
tutte le critiche, i partiti di destra hanno anche incluso nelle loro
liste più nomi di donne (hanno anche sovrapassato il numero di
donne presentate dagli altri partiti) e l'hanno utilizzato nel corso
della campagna elettorale per dire che anche senza quota avevano presentato
più donne. Tuttavia, queste donne non erano in posizione di vincere
l'elezione, come l'ha dimostrato la stessa elezione.
Alla
fine, solo le liste che presentono in un modo alternato nomi di donne
e nomi di uomini permetterebbero di aumentare il numero di donne elette.
Oggi
i partiti di sinistra hanno proposto come quota : "nessuna lista
elettorale con meno di 40% di nomi rappresentando un genere o più
di 60% rappresentando l'altro genere".
Conclusione
: benché i commento siano opposti, le quote sono un mezzo transitorio
che puo condurre a delle modificazioni in un corto tempo e, fino a oggi,
sono state gli strumenti che hanno portato i migliori risultati.
2.
Sarebbe possibile che la legge imponga ai partiti politici delle quote
al momento delle elezioni, come è stato fatto in alcuni paesi
?
Non
penso che in un breve tempo una legge sulle quote sia adottata in Spagna,
al contrario di quello che è stato fatto in Francia, in Portogallo
e in India.
Pertanto,
dobbiamo tenere conto del Trattato di Amsterdam, secondo il quale "i
membri del Parlamento Europeo devono essere eletti grazie a un voto
universale e a una procedure uniforme e basata sui principi communi
a tutti gli Stati Membri". Finché realizzare questa convergenza
elettorale, una Direttiva Europea puo' obbligare gli Stati Membri a
adattare le loro legge. E' forse il momento giusto per noi di chiedere
e di organizzare una procedura elettorale unica che tiene conto delle
regole pervenute dal Trattato di Amsterdam sull'uguaglianza.
Considero
che è il momento giusto per esercitare delle pressioni sulle
istituzioni finché esse rinforzino la propria legitimità.
Quale legitimità possono avere delle istituzioni nelle quale
52% della popolazione non è rappresentata ? La democrazia paritaria
deve essere uno dei punti più importante della riforma elettorale.
E' il momento giusto per lottare per essa grazie ai partiti progressisti,
alle associazioni di donne, alle associazioni per l'uguaglianza, ai
lobby di donne, ecc.
Vorrei
anche fare notare che secondo degli studi fatti da donne costituzionaliste
in Spagna, solo una legge puo assicurare alle donne un'uguaglianza in
un tempo più o meno breve. Hanno analizzato la giurisprudenza
fino a ora e hanno concluso che una quota legale non sarebbe contraria
agli articoli 23 o 1.2 della nostra Costituzione. Cio' significa che
è necessario e possibile modificare la nostra legge elettorale
finché imponere delle quote.
Conclusione
: E' una questione di decisione politica degli uomini al potere per
ora ; ma non sembrano interessati a questo soggetto. Nondimeno, grazie
alle modifiche del Trattato di Amsterdam, è probabilmente il
momento giusto per combattere per modificare la legge per una democrazia
paritaria.
3.
Le donne vogliono realmente dedicarsi alla politica ? Sono pronte a
considerarsi come uguale agli uomini in questo campo ?
La
presneza rara delle donne nel potere politico è diventato un
problema politico. E' difficile presentare le raggioni di questo fatto.
Ci sono anche poche donne militante nei partiti e questo incomincia
a creare dei conflitti con i compagni maschi visto che le donne sono
meno numerose e, pertanto, sono assicurate di ottenere un posto grazie
a delle quote che non sono in proporzione a loro numero.
Ma
c'è anche qualcosa altro di cui tenere conto : le donne che oggi
partecipono alla politica devono sacrificare alcuni dei loro principi,
una certa libertà di vita, devono accettare le esigenze derivando
del mondo organizzato dagli uomini. Devono inserirsi in un "spazio-tempo"
che è una struttura fatta da e per gli uomini.
Siccome,
la conciliazione tra la vita di famiglia e la vita politica rimane difficile,
le donne sono scoraggiate.
Per
quanto riguarda la competenza, abbiamo ora una generazione di donne
le più qualificate di tutta la storia del paese. Ma siccome non
si rimette in causa la competenza degli uomini, non sarebbe giusto farlo
per le donne.
Conclusion
: Per quanto riguarda il potere, possiamo chiederci se è possibile
modificare, grazie alla nostra presenza nelle istanze di decisione,
i parametri che regolamentano l'accesso al potere. Si deve quindi iniziare
delle azioni per avviare un cambiamento dell'organizzazione sociale
che sarà fondata sui principi condivisi tra uomini e donne.
Informazione
: Il gruppo parlamentario Izquierda Unida (Unione della Sinistra) d'Aragon
ha presentato al Parlamento d'Aragon una Proposta sulle "condizioni
per l'uguale accesso degli uomini e delle donne ai mandati elettorali
e alle funzioni elettivi". Vi informeremo di questa evoluzione.
Se viene approvata, la proposta condurrà a un importante cambiamento
nella legislazione di questa regione di Spagna e potrebbe essere seguita
da altre regioni.
- 07
Giugno 2001
Contributo di
Eva
De Gea
IL RUOLO DELLE DONNE (Estrato
del Gironale "El Pais")
Dove
sono le donne?
Come
nel 1997, Blair ce l'ha fatto senza donne candidate e, secondo i sondaggi,
lo rimpiangerà.
ISABEL
FERRER | Leicester
Soltanto due donne politiche, il precedente primo ministro Margaret
Thatcher, con la sua veemente repulsione contro l'Euro, e la conservatrice
portavoce dell'Interno Ann Widdecombe, di cui ostinazione è
di contenere il flusso degli immigranti, hanno attratto l'attenzione
dei cittadini durante la campagna elettorale. Il resto delle donne
candidate, sia del partito Tories, Labor o Liberal Democratic hanno
incontrato molte difficoltà per parlare direttamente ai votanti
nella lotta condotta da i colleghi maschi. I tre partiti, criticati
in un modo similare per aver ignorato le loro donne, assicurano che
solo una discriminazione positiva potrà risolvere l'irregolarità
che potrebbe costarli più che un voto.
Le cose
sono state alquanto diverse quest'anno per le cento donne deputati
del partito Labour che sono state elette alla Camera dei Comuni (Commons)
nel 1997, quando Tony Blair ha per la prima volta vinto le elezioni.
Esse con tre delle competente Segretarie dello Stato in Educazione,
Lavoro e Commercio, o la così popolare Mo Mowlam, il precedente
Ministro dell'Irlanda del Nord, sono diventate quasi invisibile durante
le ultime settimane. La campagna, pianificata e dominata dai loro
colleghi maschi, non lascia nessuno spazio per le donne e hanno dovuto
cercare dei voti nelle loro circoscrizioni elettorali, mentre il loro
leader visitava da solo le scuole, gli istituti per i bambini e gli
ospedali di cui il miglioramento era stato uno delle loro responsabilità
da quattro anni.
E' vero
che il numero di donne non appare insufficiente, ma la scarsa presenza
delle donne durante gli eventi pubblici dell'attività politica,
come lo è un'elezione, ha affetto i partiti. Il partito Labour
presenta oggi 149 donne su un totale di 640 candidati, il partito
Conservative 87 su 659, e il partito Liberal Democrats 140 su 639.
Tony Blair, William Hague e Charles Kennedy hanno assicurato che la
differenza tra donne e uomini era meno grande che prima. Tuttavia,
secondo gli esperti, solo 6.6 per cento dei politici britannici che
appaiono nella mass media durante le prime settimane della campagna
erano delle donne. Immagini di moglie o fidanzate dei leader politici,
come Cherie Blair, Fion Hague e Sarah Gurling hanno occupata lo spazio
riservato alle donne, anzi che spiegare le proposte delle donne candidate.
Alcuni
fidabili giornali, come l'Indipendent, hanno criticato l'assenza delle
donne. Hanno ricordato che le uniche donne che sono riuscite a fare
irruzione nelle agenda dei partiti sono state delle donne cittadine
come Sharon Storer, la moglie di un paziente ammalato di un cancro
che non trovavo un posto letto in nessun ospedale, e che aveva accusato
Tony Blair di non preoccuparsi della Sanità pubblica. Le altre
figure riconoscibile erano quelle di una studentessa, Jo Balchin,
che aveva abbracciato il leader del Labor partito durante una visita
della scuola. Una vignetta dello stesso giornale mostrava un Blair
vincitore che teneva nella sua mano un rotolo di cerotti dopo avere
morso le deputate del Labor. L'Observer estima che le conseguenze
dell'esclusione delle donne candidate sarà visibile oggi nel
conto delle votazioni. Secondo un sondaggio (MORI), l'assenza di donne
candidate visibili ha fatto sì che fare scendere il voto delle
donne da 73 per cento a 68 per cento alla fine del mese di maggio.
Paradossalmente,
le donne sono molto presente nel cerchio il più vicino a Tony
Blair. Come candidato del Labor partito, si è circondato di
collaboratrice nel bus elettorale che lo porta attraverso il paese.
Cinque donne si occupano della sua agenda, lavorano per il successo
delle sue visite e interagiscono con la stampa nazionale e internazionale.
Il resto, specialmente se sono state elette alle elezioni del 1997,
hanno dovuto rassegnarsi con una smorfia quando Gordon Brown, Ministro
delle Finanze e capo che ha concepito la campagna elettorale, non
rispetta il suo turno di parole, nonostante la domanda fosse indirizzata
alle donne.
- 14
Giugno 2001 Contributo
di
Lola Frutos Balibrea
La
lotta per una democrazia paritaria nei nostri Parlamenti ha un valore
simbolico per la conquista dell'uguaglianza nel resto della società.
Pero entrare nel Parlamento non è sufficiente se le donne non
entrano nelle sfere economiche e scientifiche visto che tutti due sono
dei posti chiavi di potere e è lì che i veri ostacoli
per le donne si incontrano.
Penso che sia necessario di avere un numero più elevato di donne
nel processo decisionale all'interno delle istituzioni accademiche,
scientifiche e economiche più importanti. E questo pensiero deriva
dal fatto che se esiste una gran differenza tra una piccola elite e
il resto delle donne, c'è il rischio che queste donne, colore
che hanno il potere, possano essere isolate. Un altro rischi sarebbe
che loro soffrissero di quello che un autore ha chiamato "il sindrome
di essere regina": sente di essere l'unica e di non avere tempo
da perdere o sforzi da fare per quelle donne che vengono dopo di lei.
Lola
Frutos Balibrea, Murcia (Spagna)
RIASSUNTO
PRIMO TEMA
28
Maggio 2001 Dopo avere ricevuto i diversi interventi sul primo
soggetto del Forum, vi propongo un riassunto delle idee principali. Risulta,
prima, che la partecipazione delle donne in politica non è sufficiente
e che questa bassa percentuale di partecipazione non è buona per
la democrazia. Infatti, non si deve pensare che le donne "facciano"
della politica come gli uomini. Al contrario, hanno un certo pragmatismo
e una sensibilità che permettono loro di aver un approccio differente
alla politica. Risulta anche dai messaggi che il voto di una legge sulla
parità tra uomini e donne per le elezioni è un male necessario:
poiché l'uguaglianza in questo campo non può essere raggiunta
in un altro modo, dobbiamo passare dalle norme legislative che, come è
stato sottolineato, rappresentano un mezzo per fare cambiare le idee.
Tuttavia, l'immagine delle donne può essere indebolita da una tale
legge che tenga conto di loro come une minoranza che necessita una protezione
particolare.
Per aumentare la partecipazione diverse proposte sono state presentate.
In primo luogo, si dovrebbe lavorare all'interno dei partiti politici
al fine di fare crescere le mentalità. In secondo, converrebbe
organizzare gli orari del lavoro della vita politica in un'altro modo
perché le donne non sono pronte, forse, a sacrificare la vita di
famiglia, la qualità della vita, per una carriera politica. In
fine, occorrerebbe modificare l'organizzazione della società che,
in generale, da più importanza al lavoro degli uomini e da loro
un lavoro di responsabilità.
SECONDO
TEMA
20 Aprile 2001 Movimento "Le Cagne
da Guardia" per lottare contro le ingiurie o altre oscenità
rivolte alle donne politiche
Salve, vi propongo un nuovo soggetto di riflessione, cioè il
movimento chiamato "Les Chiennes de Garde" : "Le Cagne
da Guardia", si tratta di un gruppo composto di uomini e di donne
creato per lottare contro le ingiurie o altre oscenità rivolte
contro le donne politiche.
Questo gruppo mira a ridicolizzare gli uomini che si permettono d'ingiuriare
le donne politiche. Per fare ciò, il gruppo, per esempio, si presenta
nei ristoranti dove pranzano tali uomini e abbaiano contro di loro.
Le domande che possono essere poste sono per esempio :
1) Perché ancora oggi alcuni uomini si permettono di ingiuriare
le donne politiche trattandole come puttane o altre cose molto simpatiche?
2) Si può considerare che queste ingiurie sono il risultato del
gioco della politica (tutto ci è permesso?; Gli uomini tra di loro
si ingiuriano?
certamente non usando lo stesso tipo di volgarità)
oppure queste parole dimostrano quanto questi uomini considerino la donna
inferiore?
3) Ritenete che tale metodo, concepito per lottare contro questa brutta
abitudine, sia efficace e sufficiente ?
4) Se consideriamo necessario intervenire, quale altro mezzo si può
immaginare ?
CONTRIBUTI
AL
SECONDO TEMA
- 04
Maggio 2001 Contributo
dalla Svezia
Devo
dire prima di tutto che questo tipo di problema è un po' insolito
per noi in Svezia. Gli uomini non sono generalmente cosi' concreti nei
loro insulti contro le donne. La maggior parte degli uomini usa degli
insulti contro le donne anche qui, ma questi insulti sono raramente
detti in pubblico. Quando parlano delle donne, o quando parlano in pubblico,
sono molto piu' educati e nascondono i loro brutti pensieri. Può
succedere che dicano delle donne che sono troppo deboli o che impiegano
troppo tempo per fare qualunque cosa visto che devono sempre discutere
tutto, o qualcosa del genere.
Se
un uomo politico svedese trattasse una sua collega come una puttana,
sarebbe sulla prima pagine della stampa e tutti ne sarebbero scandalizzati.
Questo non significa che in Svezia non si dibatte a proposito delle
parole malvenute che usano gli uomini contro le donne. Ma la maggior
parte del tempo, se ne discutte a scuola visto che li' un problema nasce
: i ragazzi spesso trattano le compagne come puttane.
1)
Puo darsi che il clima politico in generale sia più difficile
nel luogo da cui proviene tale esempio (Francia ?), ma comunque non
si deve giustificare. Quello che mi chiedo è se queste parole
vengono utlizzate all'esterno del quadro politico formale o anche al
di dentro ? Questo accade più in certi partiti politici o è
un problema tranversale a tutti i partiti ? Se non si tratta di un problema
generale, penso che i partiti siano responsabili dei loro membri e che
dovreberro impedire a essi di continuare la carriera politica. Se li
lasciano continuare per la via politica, questo è una prova che
esiste una cultura pessima in questi partiti.
2)
Non tutto è permesso in politica! Direi anzi che è il
contrario. Se la gente che governa il paese o una regione non è
in grado di dimostrare un certo rispetto nei confronti degli altri,
come si puo chiedere agli altri di avere rispetto. Inoltre, non penso
che gli uomini fra di loro usino dello stesso tipo di linguaggio. Quando
uomini si criticano tra di loro, parlano generalmente dei soggetti e
raramente delle personne che militano per queste idee. Gli uomini possono
insultare le donne perchè le considerano inferiori, ma il fatto
di utilizzare tale parole dimostra che sono loro ad essere inferiori
alle donne insultate. Perchè, altrimenti, utilizzerebbero degli
insulti al posto di affrontare gli argomenti delle donne?
3)
All'inizio, pensavo che il metodo usato era un po' strano. Voglio dire,
cosa puo' uscire di bello abbaiando contro gli uomini al momento del
pranzo? Dopo, ho ripensato a tutti i tipi di disobbedienza civile che
oggi hanno condotto a una megliore democrazia, a una libertà
di parole e all'uguaglianza. Puo darsi che sia utile lavorare a partire
dell'assurdo. Tuttavia, penso che sia meglio lavorare sul fondo, cioè
organizzare dei dibattiti nei mass media, nelle scuole, nel ambito politico,
al fine di modificare i comportamenti e non soltanto le manifestazioni
delle idee.
TERZO
TEMA
29
Maggio 2001 "Pari
salario e Organizzazione degli orari di lavoro".
Nell'attuale società, constatiamo ancora una distinsione di stipendi
tra donne e uomini, la remunerazione del lavoro delle donne essendo, per
un'occupazione identica, inferiore a quella dell'uomo. Questa situazione,
anche se denunciata, certe volte, non è tanto l'oggetto di misure
positive. Come spiegare una tale inerzia dei poteri pubblici ed anche,
dei sindacati ? [Vedere l'iniziativa lanciata da Arcidonna su questo soggetto].
Inoltre, rimane vero che oggi le donne devono lavorare di più,
hanno meno diritto all'errore e che sono assunte a dei posti di lavoro
per i quali sono sovra qualificate, ciò si aggiunge all'ineguaglianza
degli stipendi.
Da qualche anno ormai, le donne subiscono la flessibilità del lavoro.
Così, il lavoro part-time è troppo spesso imposto alle donne
che ricevono di conseguenza uno stipendio inferiore a quello che potrebbero
pretendere essendo materialmente disponibile per un lavoro a tempo pieno.
Poi, l'organizzazione in Francia delle 35 ore di lavoro può estendersi
sull'anno (conteggio annuale delle 35 ore) e avere degli effetti negativi.
Quest'opzione è stata applicata notevolmente nel ambito della gran
distribuzione. La conseguenza è che le donne (alla cassa) rimangono
sottomesse a dei ritmi di lavoro difficili, delle lunghe giornate con
tempi di riposo lunghi duranti i quali non posso fare nulla, la maggior
parte di loro abitando lontano dal posto di lavoro (periferia), cosa che
ovviamente non migliora la qualità di vita ne la remunerazione.
In fine, si deve ricordare che, secondo le statistiche, la disoccupazione
delle donne rimane superiore a quella degli uomini.
Cosa ci può dire dell'esperienza del suo paese? Esiste una parità
degli stipendi? Delle azioni sono condotte per lottare contro l'ineguaglianza
salariale? C'è una presa di coscienza generale del problema?
CONTRIBUTI
AL
TERZO TEMA
- 14
Giugno 2001 Contributo
di
Jens Kruhøffer
Risultato
del Consiglio delle Affari Sociali e del Lavoro del 11 Giugno 2001.
E' stato
un riuscito Consiglio con tre accordi politici su delle direttive
chiavi e generalmente un incontro costruttivo sul futuro che ha incluso
una discussione sullo sviluppo sostenibile.
Terzo,
il Consiglio è anche arrivato a un accordo politico all'unanimità
ad una posizione comune per quanto riguarda un emendamento importante
alla Direttiva 76/207/EC sull'uguaglianza di trattamento tra uomini
e donne al lavoro. Gli elementi chiavi di quest'accordo (che include
un generale aggiornamento della legge in quest'ambito) sono: le molestie
sessuali sono riconosciute come una discriminazione tra generi, quindi
è richiesto dal datore di lavoro di fornire un posto di lavoro
libero sulle molestie; quando i padri prendono un congedo parentele,
devono essere trattati su un piede di uguaglianza con le madri quando
tornano al lavoro.
Tuttavia,
la Commissione ha preso una dichiarazione perché non c'era
il numero di punti addizionali dalla Commissione e dal Parlamento
sull'accordo politico.
In ogni modo, la conciliazione si fa sulla direttiva. Si dovrebbe
terminare il processo di conciliazione dovrebbe visto che stiamo per
arrivare alla data limite (verso la fine dell'anno) come era stato
deciso nelle conclusioni di Stockholm.
Per
quanto riguarda il mainstreaming tra i generi, il Consiglio ha accettato
di continuare la pratica del mainstreaming tra generi sia nell'ambito
della politica sia in quello del lavoro e degli affari sociali. La
presidenza Svedese si è riferito al lavoro fatto sui problemi
della ricerca e nell'ambito dello sviluppo. La presidenza Belga ha
indicato che sarà messo l'accento sul processo di Barcelona
e sulle linee di condotta economiche (la presidenza Svedese ha indicato
che il soggetto del mainstreaming dei generi sarebbe affrontato all'occasione
del Consiglio Europeo di Göteborg).
- 18
Giugno 2001 Contributo
di Louise Malmström
A
proposito della parità salariale e dell'organizzazione del
lavoro.
La parità
salariale è una realtà in Svezia. Anche se la legge
impedisce di trattare gli uomini e le donne in un modo diverso, anche
per quanto riguarda i salari, rimane sempre un problema. Qualche anno
fa si poteva notare una tendenza a ridurre le differenze di salari
tra uomini e donne, pero sfortunatamente stiamo tornando in dietro
e, dagli anni 90, le differenze sono di nuovo aumentate. Viene facile
nasconderlo quando lo studio porta sulle differenze salariali condotto
in diversi campi lavorativi. La gente pensa che è per puro
caso che i lavori dominati dalle donne siano i meno retribuiti.
Ma quando si osserva la differenza di salario tra uomini e donne che
hanno lo stesso impiego e più difficile dare una spiegazione.
E sono numerosi gli esempi di tale situazione. Interviene anche una
complicata organizzazione delle ore lavorative, soprattutto al momento
in cui si tratta di posti di lavoro che impiegano le donne, anche
se penso che era molto più comune prima (l'unione ha lavorato
contro un tal fatto per molti anni).
Se senti
di essere trattato in un peggior modo confronto ai colleghi a causa
del tuo genere, indipendentemente della questione del salario o qualcosa
altro, in Svezia puoi protestare presso l'unione. Se non possono aiutare
a trovare una soluzione, è possibile parlare con il commissario
dell'uguaglianza (che per la prima volta in Svezia è un uomo).
Alla fine, la causa può essere presentata alla corte del lavoro.
A proposito
della consapevolezza del problema, la riposta dipende della persona
alla quale la domanda è rivolta. L'unione e le associazioni
di donne se ne preoccupano ovviamente. Suppongo che questo sia vero
per la gente avendo frequentato studi superiori. Penso anche che le
cose migliorano con il tempo, le nuove generazioni essendo più
informati di questo fatto confronto a prima. Ma rimangono sempre importanti
gruppi di persone che non lo considerano assolutamente come un problema
sia tra i giovani che tra i più grandi. Siccome il nostro paese
in molti aspetti rispetta formalmente l'uguaglianza, molte persone
non vedono le barriere nascoste all'uguaglianza. Questo permette di
risolvere i problemi ancora più difficili poiché si
deve incominciare il processo rendendo gente consapevole che esistono
dei problemi da risolvere.
- 19
Giugno 2001 Contributo
di Lola Frutos Balibrea
Uguale
retribuzione e organizzazione del tempo di lavoro
In Spagna,
gli stipendi delle donne sono più bassi di quelli degli uomini,
com'è dimostrato nel Salaries in the Industry and Services
Survey pubblicato dallo Statistics National Institute. Secondo le
informazioni date da quest'inchiesta, le donne guadagnano ogni mese
in media 50.000 pesetas (300 Euro), meno di quanto gli uomini guadagnano.
Probabilmente
questa notevole differenza tra i generi è dovuta al fatto che
gli impieghi delle donne si concentrano dentro delle categorie professionali
sottovalutate. L'aumento del settore dei servizi ha preso in Spagna
meno tempo che nel resto dei paesi europei. Nel 1985, raggiungeva
50 per cento. L'immagine del settore economico, da un lato, rinvia
quella di un settore di produzione principalmente mascolino, con un
importante parte in paragono del totale degli impieghi, e dal altro
lato, il settore dei servizi conosce una forte presenza femminile,
tranne che per i servizi dati alle imprese. Un altro gruppo crescente
è quello della pubblica amministrazione. Il destino professionale
comune delle donne era nel commercio e nella distribuzione, anche
se questa direzione sta diventando sempre meno ricercata dai giovani.
Un altro
fatto interessante è che nella Regione di Murcia si guadagna
meno che nel resto della Spagna (sia per gli uomini che per le donne),
e la differenza tra uomini e donne è più notevole a
Murcia. Specialmente le donne ingegnere e (Tecnica) Scienziate subiscono
le più forti differenze.
Esiste
una discriminazione contro le donne che presentano delle caratteristiche
uguali a quelle degli uomini (qualificazione, capacità e esperienza),
le donne sono remunerate con un salario inferiore a quello dell'uomo
per lo stesso lavoro; ma esiste anche una discriminazione concreta:
se le donne hanno normalmente l'incarico di un lavoro "di donne",
allora questo implica uno svantaggio economico per quanto riguarda
il salario.
In Spagna, c'è una discriminazione fondata sul sesso nelle
negoziazioni collettive. Dobbiamo tenere conto che la negoziazione
collettiva presenta le seguenti caratteristiche: esiste una decentralizzazione
(ci sono troppe negoziazioni collettive) e una dissociazione (si applicano
a troppi piccoli settori). Il risultato è che esiste un'ineguaglianza
fra lavoratori nello stesso ambito economico. E' specialmente vero
per il settore dei servizi, dove troviamo il numero più alto
di donne. Le negoziazioni collettive in questo settore regolamentano
soltanto soggetti come il salario o i giorni di lavoro, ma non danno
importanza alla situazione delle donne in questo ambito.
In funzione
dell'ambito di un'applicazione territoriale, esistono quattro diversi
tipi di negoziazioni collettive:
1. Quelli
Provinciali
2. Quelli delle imprese Provinciali
3. Quelli Nazionali
4. Quelli delle imprese Interprovinciali
Ci sono molte provinciali negoziazioni collettive che si riferiscono
alle "donne delle pulizie", di cui stipendio è normalmente
più basso di quello dei "lavoratori/uomini non specializzati".
La maggior parte delle negoziazioni collettive che generano delle
classificazioni discriminatorie appartengono al settore dei servizi
(commercio, lavoro in alberghi, centri sanitari e ospedali).
In una relazione regionale fondata sull'esperienza che ho fatto, pubblicata
da Economic and Social Council (LOLA FRUTOS BALIBREA (1997): El empleo
visible de las mujeres en la Región de Murcia) ho potuto verificare
che:
- Le donne si sentono meno discriminate nel loro stipendio nel settore
amministrativo che nel settore privato.
- Guadagnano troppo poco (più di 50 per cento guadagna meno
di 100.000 pesetas - 601 Euro), specialmente nel settore del commercio
e all'interno di piccole imprese (con un numero basso d'impiegati).
- Abbiamo scoperto un altro fatto interessante nella relazione regionale
empirica quando abbiamo chiesto alle lavoratrice: "chi guadagna
di più nella sua impresa, nella stessa categoria?". Un'importante
parte delle risposte era che non sapevano, e il sentimento generale
era che entrambi genere guadagnavano la stessa cifra. Eppure, 11.7
per cento delle lavoratrici dichiara che gli uomini nella stessa categoria
nella loro impressa guadagnano più di loro. Dopo l'inchiesta,
abbiamo potuto concludere che c'era una notevole relazione tra la
discriminazione salariale e l'impressa e, al contrario, nessuna discriminazione
nell'amministrazione pubblica.
- Malgrado
il fatto che l'amministrazione sembra essere un datore che tratta
le donne nel migliore modo, risulta di un'alta percentuale delle risposte
che esiste una discriminazione fondata sui sessi nelle istituzioni
amministrative collegata alla gerarchia. Più la funzione era
alta, meno era accessibile per le donne. Ho potuto anche confermare
che a Murcia la parte delle donne che controllano la gente che ha
delle responsabilità su altre persone era di 6 per cento.
- La
consapevolezza delle discriminazioni lavorative, in questa relazione,
era più alta dalle studentesse universitarie, le donne più
grande, le donne auto-impiegate e le donne con bambini.
In Spagna,
le donne passano meno tempo al giorno sul posto di lavoro e all'università
(2.2 ore) che gli uomini (5 ore). Mentre lo stato maritale o il fatto
di avere bambini non influenza il numero di ore per gli uomini, influisce
tanto quelle delle donne, perché il loro tempo della loro formazione
e della loro attività professionale è ridotto.
La via
professionale che conduce a delle funzioni di direzione implica un
lavoro a tempo pieno, una continuità al lavoro, significa lavorare
più ore di quanto è deciso e avere una mobilità
geografica. Esistono delle misure che facilitano la permanenza delle
donne nel loro lavoro, per esempio un congedo di maternità
e dei giardini d'infanzia. Normalmente, l'accesso a delle funzioni
di direzione avviene durante gli anni i più produttivi della
carriera professionale, attorno a 40 anni. Ciò che significa
che il periodo fra 30 e 40 anni è cruciale per i potenziali
direttori finché farsi delle esperienze e fare la prova delle
loro conoscenze in diversi posti con sempre più responsabilità.
Per le donne, tutto questo corrisponde non soltanto con gli anni di
fecondità e d'educazione dei bambini, ma anche con il momento
di decadenza dei loro genitori e la responsabilità di curarli.
Ecco
perché sarebbe un aiuto per le donne se si desse la possibilità
sia al padre che alla madre di prendere un tempo fisso per occuparsi
dei bambini. In Spagna, le donne passano sette volte più tempo
che gli uomini nella routine quotidiana dei lavori di pulizia, e secondo
le cifre, l'applicazione della legge sul shared household responsabilities
(dividere le responsabilità della casa) è stata soltanto
usata dalle donne in quasi 100 per cento dei casi.
La sfida
consiste in equilibrare i diritti individuali e le obbligazioni sociali
di cura: dividere le occupazioni sociali non pagate tra uomini e donne,
ridurre il salario degli uomini e aumentare il tempo che gli uomini
passano nella loro famiglia, aumentare i servizi offerti dallo Stato,
ecc.
Nella
mia opinione, sarebbe un'iniziativa legale interessante di istituire
il congedo obbligatorio per occuparsi dei bambini per gli uomini.
Nei paesi come la Spagna, la "Cultura del Sud" è
profondamente nelle radici, voglio parlare degli stereotipi di quello
che gli uomini e le donne devono fare. Se il congedo per badare ai
bambini è facoltativo, influisce sul mantenimento di questi
stereotipi. Come diceva il noto sociologo Merton, è la profezia
che diventa vera lei stessa, e in questo modo niente cambia.
In Spagna,
esiste ancora una resistenza contro il lavoro delle donne a causa
dell'impatto che può avere sui bambini. La società rifiuta
di accettare le richieste femminili di partecipare al lavoro permettendo
agli stereotipi di essere trasmessi (per esempio, le donne non sono
delle lavoratrici brave, utili, disponibile come gli uomini perché
assumono le responsabilità della famiglia), o conducendo a
un alta percentuale di disoccupazione femminile. La società
non libera le donne delle loro obbligazioni familiare, come lo fa
per gli uomini, e lì è il paradosso di considerare il
lavoro delle donne come un rinuncio per la famiglia, quando lo stesso
lavoro degli uomini è considerato come una consacrazione e
un sacrificio.
Siccome
gli uomini sono supposti avere le obbligazioni del lavoro, affidano
alle donne le responsabilità della famiglia e delle pulizie
quotidiane, considerando il lavoro della donna non come un'obbligazione
ma come qualcosa di volontario, specialmente nelle famiglie le più
povere. Questi problemi non sono così importante per le donne
che fanno parte delle classe medie e ben qualificate.
In un'inchiesta
fatta dal CIS (Sociological Research Center) in 1994, 56 per cento
delle persone intervistate erano d'accordo su questa frase: "quando
la donna ha un lavoro tempo pieno la vita familiare soffre".
Le indagini sociologiche, con delle tecniche qualitative, hanno dimostrato
che l'opinione degli uomini è: se le donne amano lavorare,
devono affrontare le conseguenze. Alcuni di loro considerano a dirittura
il lavoro della donna come un divertimento e non uno sforzo, perché
se sono contente è perché sono molto rilassate.
Analizzando
queste risposte, sembra che lavorare per dei soldi sia una nuova terapia
femminile che rende la vita più soddisfacente. Potremmo pensare
che le donne sono più privilegiate visto che si dedicano a
un lavoro più gioioso, comico e simpatico, in condizioni comode,
visto che hanno una piccola quantità di lavoro e visto che
si stancano poco. Ecco perché le donne possono tornare a casa
pronte per incominciare il lavoro in casa che aspetta loro.
Un altro
problema consiste nella svalutazione del lavoro in casa. Anche l'analisi
femminista ha contribuito a questa svalutazione quando ha visto in
questo lavoro le radici della discriminazione e della condizione di
dipendenza delle donne. L'applicazione delle nuove tecnologie alle
case ha anche contribuito alla svalutazione. Il suo prestigio è
così basso che nelle conversazioni quotidiane la gente identifica
il dedicarsi ali lavori in casa come "fare niente". Le donne
preferirebbero fare tutt'altra cosa e gli uomini resistono all'idea
di dividere questo lavoro. Forse è per questo che le donne
hanno deciso di avere pochi bambini o di rimandare il loro arrivo
(in Spagna, abbiamo il tasso di nascita il più basso al mondo).
Quindi, penso che dovremmo incominciare a sviluppare le obbligazioni
legali per gli uomini. Se dovessero prendere il congedo paternale,
occuparsi dei bambini apparirebbe un compito normale sia per gli uomini
che per le donne.
Un altro
aspetto interessante per finire è il bisogno di regolamentare
la situazione delle donne all'interno delle negoziazioni collettive,
e il bisogno di esperti in genere finché evitare le differenze
di genere. Le condizioni di lavoro della maggior parte delle donne
dovrebbero essere riviste, per esempio, per queste donne che lavorano
nel packaging (confezione) dei prodotti nelle regioni di Cartegna
e Murcia (Spagna) vincolate a delle grosse macchine. Queste donne
fanno un lavoro specializzato per il quale hanno tutte imparate, grazie
al lavoro in casa, che essere attente a tutti i dettagli è
molto necessario per il confezionamene finale del prodotto da esportare.
Eppure, il loro lavoro ci ricorda più il taylorismo (sono l'appendice
della macchina, è la macchine che impone il ritmo di lavoro)
che un lavoro in una società post-industriale. Ecco perché
chiamiamo loro dei mercati interni, come dei ghetti per le donne (e
altre collettività, come immigrati). Quindi, è necessario
riprendere le negoziazioni collettive con una prospettiva di genere
e anche in vista di una loro reale applicazione.
Lola FRUTOS (Murcia)
- 25
Giugno 2001 Contriburo di Julie Parrish
LA GIOIA DELLE DONNE PER LA LORO CARRIERA E' CROLLATA.
Tania
Branigan
Mercoledì 13 giugno 2001
The Guardian
La soddisfazione
delle donne per la loro carriera è crollata visto che ricevono
così poco aiuto al lavoro e in casa, come lo dimostrano dei
nuovi studi. Solo il 9% delle donne che lavorano in UK dicono di volere
lavorare a tempio pieno se avessero la possibilità di scegliere,
secondo un'indagine attuale. Un'altra inchiesta, che sarà pubblicata
domani, afferma che solo il 29% delle donne sono contente del numero
d'ore di lavoro. Dieci anni fa, la maggioranza era soddisfatta. Dal
momento in cui le donne impiegate hanno incominciato a penetrare le
alte sfere, molte di loro hanno preso delle responsabilità
supplementari al lavoro, continuando a avere l'incarico di pesante
responsabilità familiare. Quasi la metà delle donne
che lavorano hanno bambini sotto l'età di cinque anni. 68%
delle donne sostengono che potrebbero godere il lavoro se avessero
soltanto questo da fare. Ma 60% delle impiegate a tempo pieno assicurano
che si occupano della quasi totalità delle pulizie e più
di 90% delle madri che lavorano affermano avere sulle spalle tuttora
il peso del lavoro dei bambini. Più delle metà delle
donne intervistate dicono che la loro azienda non propone nessuna
gratifica per le donne con bambini. Solo 5% delle donne dicono che
l'impresa propone un asilo-nido agli impiagati. Un'indagine presso
5000 donne dipendenti è stata condotta per la rivista Top Santé
in associazione con Bupa. I risultati sono rinforzati da uno studio
sul tempo lavorativo realizzato per il Economic and Social Research
Council, che sarà presentato durante la conferenza annuale
di Acas, il servizio di concilazione, che si svolgerà domani.
L'indagine presso 2500 impiegati dimostra che va aumentando il numero
degli uomini e delle donne rimasti delusi della loro carriera. I risultati
sono stati paragonati con uno studio precedente. Nel 1992, 35% degli
impiegati uomini erano molto o pienamente soddisfati del tempo lavorativo,
pero nel corso di quest'anno siamo passato a 20%. Anche se le loro
colleghe donne erano più appassionate, hanno anche perso l'entusiasma
molto più rapidamente; nel 1992, 51% erano soddisfatte del
loro lavoro, ma secondo la nuova inchiesta solo 29% dicono esserlo
oggi. La maggioranza dello staff dice lavorare più ore non
per guadagnare di più ma perché era richiesto. "Tempo,
e non denaro, è per molti la barriera per godere una vita più
ricca", dice Michael White dell'Istituto degli Studi di Politica,
che è all'origine dell'inchiesta con un'equipe proveniente
della London School of Economics. Aggiunge: "la motivazione degli
impiegati continuerà a declinare tranne se i dipendenti si
svegliano a la nuova realtà". Gli impiegati insoddisfatti
preferiscono, un po' come i loro colleghi più contenti, essere
alla ricerca di un nuovo lavoro piuttosto che mettere nel lavoro sforzi
supplementari. Un'inchiesta realizzata per il Dipartimento dell'Educazione
e del Lavoro in novembre dell'anno scorso dimostra che la maggior
parte degli uomini, come le donne, desidera delle sistemazioni più
flessibili come un lavoro condiviso e un lavoro a tempo ridotto sulla
settimana. Il governo considera le proposte dando alle madri che lavorano
il diritto di lavorare a tempo ridotto nel corso dell'anno seguente
la nascita dei bambini. * I figli vanno meglio a scuola, corrono meno
pericolo di essere coinvolti in crimini e hanno più capacità
sociale quando i padri e le madri partecipano alla loro educazione,
secondo il risultato di un'inchiesta. In che cosa sono bravi i padri?
è stata compilata da una centinaia di inchieste nell'ambito
dei progetti sulla famiglia condotte da Charlie Lewis, un professore
e uno psicologo dell'Università di Lancaster.
TEMI
PER IL MENTORING POLITICO
02 Maggio 2001 Rapporti
fra vita privata e politica
Salve, vorrei
riportare a voi tutte donne politiche una storia francese, di cui la "vittima"
è stata Dominique Voinet, ministro francese dell'ambiente, e sapere
se tale "esperienza" è già stata vissuta da voi
o se potrebbe capitarvi.
Ecco
la storia : l'anno scorso, mentre il ministro era andata lontana dal territorio
francese in vacanza con la sua figlia piccola, è avvenuto, lungo
le coste ad ovest della Francia, un incidente che ha provocato il riversamento
di greggio detto "la marea nera" ; il ministro, dicendo che
comunque non poteva fare nulla contro l'espansione del petrolio, aveva
allora deciso di rimanere in ferie con sua figlia ; questa sua decisione
non è stata assolutamente accettata dalla popolazione e, così,
è dovuta tornare... soltanto per mostrarsi alle vittime della "marea
nera", alle telecamere, per mostrare che lei aveva a cuore questo
problema...
Ora,
sarebbe cambiato qualcosa se si fossero aspettati altri 3 giorni in più
?
Perché non si accetta e non si rispetta la vita di famiglia quando
si tratta di donne politiche ?
E' così in tutti i paesi ?
19 Giugno 2001 Domande
per le mentor
Cosa l'ha
spinta, da princio, ad entrare in politica?
Gli amici, la passione, la famiglia?
A quale età ha cominciato?
CONSIGLI
DALLE DONNE POLITICHE
PER IL MENTORING
- 02
Maggio 2001 Contributo
di Valeria Ajovalasit
Sarebbe
successo anche in Italia, la politica purtroppo è diventata spettacolo
e dunque impone anche alle donne che fanno politica ,regole e riti ormai
vuoti e simbolici,dimenticando contenuti e veri bisogni.Occorre dunque
cambiare i tempi e i modi della politica, penso che in Finlandia ,ad
esempio,dove la presenza massiccia delle donne nei governi ha imposto
nuove regole del fare politica, la Ministra sarebbe rimasta in ferie
con la figlia.La necessità dunque di invadere pacificamente i
luoghi di decisione è un obiettivo per noi donne irrinviabile
e irrinunciabile.
Valeria Ajovalasit
- 03
Maggio 2001 Contributo
di Vita Orlando
Quello
di non poter sempre fare delle vacanze " totalmente tranquille"
è il prezzo da pagare quando un Paese ti ha dato fiducia e quando
si è convinti di rendere un servizio per la realizzazione del
Bene Comune di una Nazione; a maggior ragione quando l'emergenza che
si verifica rientra nello specifico del proprio incarico: Ministro dell'Ambiente
in rapporto ad un disastro ambientale( riversamento di greggio o marea
nera).
Non
si tratta di dimostrare niente a nessuno (telecamere, stampa...)!
E' indispensabile
coscienza politica quella di mettersi a totale disposizione per la risoluzione
delle emergenze che si vanno presentando e che ti appartengono.
Per tutto
il periodo dell'incarico è necessaria una continua disponibilità
ed un' assunzione piena delle responsabilità insite nell'incarico,
senza possibilità di deleghe.
Inoltre
la vita di famiglia è pienamente accettata e rispettata se si
anticipa di soli tre giorni (o anche più ) il rientro dalle vacanze,
trattandosi di un'emergenza, di un disastro ambientale che può
provocare gravi conseguenze che travalicano anche il proprio territorio.
Il
rispetto della vita familiare non è solo un problema di donne
politiche che si devono occupare dei figli ( piccoli o grandi che siano)
ma prescinde dal genere femminile o maschile e dal Paese di appartenenza.
Cordiali
saluti, Vita Orlando
- 10
Luglio 2001 Contributo
di Louise Malmström, ABF Norrköping, Svezia
A proposito
del tempo, delle donne e della politica
So che
questa risposta arriva un po' tardi, ma ho alcune riflessioni su una
domanda che era stata fatta da uno dei partners a Maggio. Si chiedeva
se la ragione per la quale poche donne entrano in politica consisteva
in orari di lavoro non adatti e nel fatto che molte riunione politiche
si svolgono la sera tardi, tutto ciò che rende una vita di famiglia
normale impossibile.
Penso che l'assenza di donne in politica ha molto da vedere con gli
orari, specialmente per le donne giovani. Se uno studio fosse condotto
sulle donne che sono implicate nella politica a Norrköping, sarebbe
scoperto che molto spesso queste donne non sono sposate, non hanno bambini,
e se ne hanno i figli sono cresciuti. Ci sono veramente poche madri
con bambini piccoli che sono pronti ad offrire tante serate a settimane
per lavorare nella politica.
Alcuni incontri politici a Norrköping si svolgono durante il giorno.
Questo significa che anche le donne con famiglia possono partecipare
al lavoro politico, come la maggior parte di noi in Svizzera che lavoriamo
e affidiamo i bambini ad asili. Ma allora si presenta un altro problema,
il lavoro privato. Se hai un lavoro dove i colleghi entrano in una situazione
veramente spiacevole tutte le volte in cui sei fuori del lavoro, sei
comunque intrappolata, anche se ottieni un compenso economico a causa
delle entrate più basse di quelli giorni. Certe volte può
essere peggio che di stare lontano dai propri bambini alcune notti a
settimana.
Ho una bambina di due anni e lavoro quasi a tempo pieno nell'ambito
della politica. Molte delle mie serate sono prese e certe volte è
ancora addormentata la mattina quando parto da casa e è già
al letto quando torno di sera. Cerco di compensare tutto ciò
durante le fini settimane, durante le vacanze e i lunghi periodi di
chiusura (che ormai ho!) e passo quasi tutto il mio tempo con lei. Pero
questo non potrebbe andare bene ovviamente se suo padre non prendesse
tutte le sue responsabilità per lei quando non sono né
le vacanze né la fine settimana.
Penso che molto potrebbe essere fatto per adattare meglio la vita politica
e quella della famiglia. Rendere più facile portare i bambini
alle riunioni politiche è un esempio. Ma lì, come negli
altri ambiti, penso che è più una questione di attitudini
e un problema di uguaglianza quando si tratta di dividere il lavoro
a casa e di occuparsi dei bambini. Come mai, al contrario, è
possibile per gli uomini con famiglie di entrare in politica con le
circostanze attuali?

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