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Mufti donna in Turchia Stampa E-mail
Potranno assumere l'alta carica religiosa che consente di emettere "fatwa", proclami religiosi con valenza giuridica

La Religious Affaire Association, il più alto organo religioso di Ankara, ha deciso che anche le donne potranno diventare mufti o assistente mufti. Questa alta carica conferisce l’autorità di esprimere la propria opinione sulle questione giuridiche ed emettere fatwa, proclami religiosi con valenza giuridica. Le candidate dovranno essere in possesso di un diploma di laurea in Sharia, la legge islamica, e avere una considerevole esperienza sul campo, a tal punto di riuscire a cavarsela nei casi più difficili e intricati.
Il presidente della Religious Affaire Association ha dichiarato: "Non c'è ragione di impedire alle donne di diventare mufti. Le donne hanno sempre occupato posizioni di autorità nel mondo islamico. Adesso stiamo lavorando perché ci siano assistenti mufti donna anche nelle nostre più grandi città". Le sue parole non sono fumo negli occhi: Istanbul, metropoli di dieci milioni di abitanti, avrà presto un assistente mufti donna.
Ciò che in Turchia sembrava impossibile fino a ieri (ma che accadeva già in India) è stato deciso per un preciso calcolo politico: per entrare nella Comunità europea, il governo punta infatti a nominare 594 donne nei ruoli guida delle istituzioni religiose affinché siano favorite le pari opportunità fra i sessi in ogni settore. Ancora una volta, la diffusione dei diritti umani nel mondo islamico si realizza a piccoli passi con un'adesione spontanea, piuttosto che con l'ipocrita pretesa di esportare democrazia occupando e bombardando.

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Edoardo Zaffuto
29 ottobre 2004

 

 
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