Gender Observatory


SINODO DEI VESCOVI: non passa la proposta di indirizzare il saluto finale a "sorelle e fratelli" Print E-mail
There are no translations available.

No all'intercomunione, no alla comunione per i divorziati risposati, no all'ordinazione per donne e uomini sposati e no ai politici abortisti. E monsignor Pompedda dice sì ai diritti per le coppie di fatto.

Nel segreto dell’urna i vescovi hanno lasciato “i fratelli” in testa. Sconfitta la proposta di un vescovo africano di indirizzare il saluto finale a “sorelle e fratelli”. Nessuna apertura, nessuno spiraglio che faccia ben sperare in una “conversione del potere temporale” verso la modernità, il Sinodo dei NO presenta una sola novità: la decisione del Papa di pubblicare le conclusioni che di solito restano "sub secreto". NO all’intercomunione con cristiani di altre confessioni, NO alla comunione per i divorziati risposati (a meno che vivano senza fare sesso), ai quali si rivolge un ''appello'' a partecipare comunque alla messa, nonostante il confermato divieto di fare la comunione, NO all'ordinazione per donne e uomini sposati. E un invito ai politici a non avallare leggi contrarie all'etica e ai vescovi a vigilare su questo. Preoccupazione per la mancanza di sacerdoti.
Si conclude così l’assemblea dei vescovi, e almeno un sì arriva da Monsignor Francesco Pompedda che dice sì ai diritti per le coppie di fatto in tema di casa, tutela dei figli e pensione riformando il Codice Civile senza ricorrere ai PACS o ai Patti di Solidarietà che, secondo il prelato, creano confusione e adombrano una forma matrimoniale di poco inferiore a quella classica. “Basterebbe varare una semplice legge di riforma chiamandola “legge per le unioni di fatto di persone di sesso diverso”, piccola apertura ancora molto lontana da numerose realtà europee che su questi temi, e non solo, ci guardano voltandosi indietro.

24 ottobre 2005


 
Torna su